Giovedì il consiglio esecutivo di Swiss Olympic ha deciso di preparare una candidatura grigionese in vista delle olimpiadi invernali del 2022, puntando su Davos e St. Moritz per riportare la grande manifestazione in Svizzera dopo 70 anni. I delegati delle singole federazioni prenderanno la decisione finale nell'aprile prossimo.
Secondo la CIPRA, però, con le attuali disposizioni contrattuali imposte dal CIO, lo svolgimento delle olimpiadi invernali nel territorio alpino è irresponsabile. Le strutture delle regioni di montagna - spiega la CIPRA in una pubblicazione sull'argomento - non sono progettate per eventi di massa giganteschi. Affinché le Alpi possano tornare a ospitare grandi manifestazioni sportive - aggiunge - si impone un ripensamento sostanziale: serve maggior trasparenza, partecipazione dei cittadini e possibilità di controllo giuridico. Inoltre la tutela dell'ambiente non è un aspetto prioritario per il CIO.
La CIPRA ricorda che i falò sulle alture si fondano su di una tradizione antica: già nel medioevo venivano usati come segnali d'allarme in vista di pericoli imminenti. Nel 1986 venne ripresa l'idea di una catena europea di luci in segno di resistenza, a favore della conservazione dell'eredità naturale e culturale dello spazio alpino e contro la distruzione di questo ecosistema. E dal 1988, anno dopo anno, nel secondo fine settimana di agosto, abitanti delle Alpi, associazioni regionali di montagna, movimenti di solidarietà e ambientali di vari stati hanno ripetuto questa azione in tutto l'arco alpino.