Il ministro della difesa ha deplorato il fatto che la Confederazione stia assumendo nuovi obblighi contrattuali con l'Ue. "Abbiamo perso il controllo della maggior parte della nostra politica di immigrazione", ha aggiunto.
Secondo Maurer, la statistica "mostra in modo eloquente" come la Svizzera "non rifletta sempre in maniera appropriata sui suoi impegni internazionali". Il consigliere federale ha menzionato in particolare l'aumento del prezzo degli alloggi, la stagnazione dei salari e la cementificazione del paesaggio, quali conseguenze dell'attuale politica di immigrazione.
"La Svizzera deve innanzitutto preoccuparsi dei suoi cittadini", ha sottolineato Maurer. "Se non tuteliamo i nostri interessi, nessuno lo farà per noi".
Vantando i meriti della libertà, del federalismo, della neutralità, della democrazia diretta e dell'indipendenza, il ministro UDC se l'è presa con il diritto internazionale. Quest'ultimo - di per sé molto "vago" - sarebbe la "miglior arma" dei "giuristi politici" che se ne servono "per tentare di annullare le decisioni popolari".
Ricevendo una vera e propria ovazione, Maurer ha menzionato l'esempio delle iniziative sull'internamento a vita e contro i minareti, i cui testi sono stati contestati sul piano del diritto internazionale. "E sono inquieto per il futuro dell'iniziativa sul rinvio dei criminali stranieri", ha concluso.