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ZURIGOIl Tribunale dà (in parte) ragione al "seviziatore di bambini"

16.11.21 - 10:50
I legali di René Osterwalder si stanno battendo per porre fine all'internamento dell'uomo.
Keystone
René Osterwalder in una foto d'archivio.
René Osterwalder in una foto d'archivio.
Fonte ats
Il Tribunale dà (in parte) ragione al "seviziatore di bambini"
I legali di René Osterwalder si stanno battendo per porre fine all'internamento dell'uomo.
La richiesta di liberazione, secondo una sentenza del TRAM di Zurigo, «non potrà più essere respinta» senza una nuova perizia sulla sua pericolosità.

ZURIGO - Il "seviziatore di bambini" René Osterwalder, condannato nel 1998 a 17 anni di reclusione, continua a battersi per la fine della misura dell'internamento. Questa volta ha ottenuto una parziale vittoria davanti al Tribunale amministrativo di Zurigo.

In base alla nuova sentenza, la richiesta di liberazione del 67enne non può essere semplicemente respinta. Prima di prendere una decisione in merito dev'essere realizzata una nuova perizia sulla sua pericolosità.

La perizia dovrà in particolare fornire informazioni sul suo stato di salute, il suo comportamento e il rischio di recidiva. In base alla decisione del Tribunale amministrativo, andrebbe esaminata anche la possibilità di sostituire la misura dell'internamento con una misura terapeutica stazionaria.

René Osterwalder è stato condannato nel 1998 a 17 anni di reclusione - sospesi in favore dell'internamento a tempo indeterminato, poi diventato un internamento ordinario - per aver seviziato due neonate e abusato ripetutamente di un bambino di 12 anni. Il suo caso fece scorrere fiumi d'inchiostro negli anni '90, in occasione dell'arresto avvenuto nel 1993 in Olanda, dell'estradizione e del processo.

L'ultima perizia su Osterwalder risale al 2010. Il 67enne ha già chiesto a due riprese di mettere fine alla misura dell'internamento. L'ultima decisione del Tribunale federale contraria alla sua liberazione risale al dicembre 2017.

Il "seviziatore di bambini" ha continuato a far parlare di sé anche dalla prigione. In una richiesta di scarcerazione presentata nel 2006 sostenne di essere guarito «grazie a Dio».

Più tardi chiese di poter registrare ufficialmente una relazione nata in carcere con un altro detenuto condannato all'internamento: di fronte al rifiuto dei responsabili del penitenziario Pöschwies di Regensdorf (ZH) iniziò uno sciopero della fame che rese necessario un ricovero in ospedale per sottoporlo all'alimentazione forzata.

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