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Condannato un 35enne algerino che nel 2018 uccise a coltellate un 38enne
SAN GALLO - Un 35enne che all'inizio del 2018 uccise a coltellate un 38enne in un centro di accoglienza per richiedenti l'asilo di Mels (SG) è stato condannato oggi a sedici anni di reclusione per assassinio dal tribunale distrettuale di Werdenberg-Sarganserland.
Secondo il verdetto pubblicato oggi, che può essere contestato in secondo grado, il 35enne algerino è stato riconosciuto colpevole di altri reati minori. Oltre alla pena detentiva, il tribunale ha ordinato l'espulsione dal paese per quindici anni e inflitto una multa. La corte ha invece respinto la richiesta d'internamento del ministero pubblico.
I fatti esaminati dalla corte distrettuale si svolsero in una struttura che ospita persone destinate all'espulsione nel comune sangallese, situato una trentina di chilometri a nord di Coira. L'imputato aveva colpito con un coltello da cucina 29 volte la sua vittima, poi morta in ospedale dove era stato trasportato in gravi condizioni.
Il magrebino, che sta scontando un'esecuzione anticipata della pena, era già noto alle autorità in quanto autore di reati contro il patrimonio. Lo scorso aprile la procura lo aveva messo in stato d'accusa, chiedendo per lui il massimo tempo possibile da passare dietro le sbarre, ovvero vent'anni.
Secondo l'atto d'accusa, i due protagonisti della vicenda avevano litigato ed erano passati alle vie di fatto diversi mesi prima del reato tanto che, a quanto pare, l'algerino aveva già preannunciato a un conoscente l'omicidio. Il presunto assassino soffriva di acufene, un disturbo uditivo causatogli proprio dall'egiziano, con un pugno all'orecchio.
Sempre seguendo la ricostruzione del pubblico ministero cantonale, l'imputato ha acquistato un coltello dotato di una lama da diciotto centimetri in un mercato dell'usato. Una mattina, si è poi recato a Mels, al centro asilo Heiligkreuz, è entrato nella camera della vittima, che era distesa a letto, e l'ha ripetutamente accoltellata.
Per l'accusa l'algerino ha seguito il suo piano senza farsi il minimo scrupolo, uccidendo il rivale davanti agli ospiti del centro. I colpi mortali sferrati all'egiziano sarebbero stati inferti uno dietro l'altro all'impazzata, in rapida successione.
L'avvocato della difesa ha chiesto una condanna per omicidio passionale e una pena massima di sei anni e mezzo di reclusione. Il legale ha fatto valere che l'imputato ha sofferto di un forte stress psicologico dovuto all'acufene e alla sua paura della vittima.
