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ZURIGOStrafatto di droghe uccise l'amico: andrà in clinica

27.11.19 - 18:10
Il 34enne ha commesso il delitto in una condizione di scemata imputabilità, secondo il Tribunale cantonale di Zurigo
Depositphotos (AndreyPopov)
Il 34enne che uccise l'amico a Küsnacht ha agito in una condizione di scemata imputabilità.
Il 34enne che uccise l'amico a Küsnacht ha agito in una condizione di scemata imputabilità.
Strafatto di droghe uccise l'amico: andrà in clinica
Il 34enne ha commesso il delitto in una condizione di scemata imputabilità, secondo il Tribunale cantonale di Zurigo

ZURIGO - Dovrà sottoporsi a un trattamento psichiatrico stazionario il 34enne che a fine dicembre 2014, sotto gli effetti di un potente mix di cocaina e ketamina, uccise un suo amico di 23 anni a Küsnacht, sulla "costa dorata" del lago di Zurigo.

Nella sentenza annunciata oggi, il Tribunale cantonale di Zurigo è arrivato alla conclusione che il 34enne ha commesso il delitto in una condizione di scemata imputabilità da lui stesso provocata. La corte ha quindi sensibilmente ridotto la pena: dai 12 anni e mezzo decisi nel giugno di un anno fa dalla prima istanza, a tre anni, che come ha sostenuto uno degli avvocati della difesa è la pena massima prevista in caso di scemata imputabilità.

Il tribunale di seconda istanza ha riconosciuto il 34enne responsabile dell'omicidio, ma lo ha assolto, con la formula "in dubio pro reo", dall'accusa di violenza carnale nei confronti dell'ex fidanzata. Per la corte, la credibilità della donna è limitata.

La sentenza non è ancora definitiva. Il 34enne si trova in carcere dal giorno del delitto ed ha quindi già scontato i tre anni di carcere. Rimarrà comunque in detenzione di sicurezza fino a quando inizierà una terapia.

Il presidente della corte ha sottolineato che l'imputato ha urgentemente bisogno di una cura. Sebbene non abbia più fatto uso di droghe dal momento dell'arresto, «non può essere considerato libero dalla dipendenza».

Il delitto risale al mattino del 30 dicembre 2014 ed è avvenuto in una villa di Küsnacht, dove l'uomo si trovava da solo con un amico. In base all'atto d'accusa, l'imputato colpì la vittima con diversi oggetti, tra cui un pesante candelabro e una statua d'oro di quasi due chilogrammi, per poi infilargli una candela nella gola e strangolarlo a mani nude.

Il tutto dopo aver consumato ingenti quantità di cocaina e di ketamina, un farmaco anestetico che a determinati dosaggi agisce come un potente psichedelico. In un interrogatorio seguito all'arresto, il giovane disse di avere scambiato l'amico per un alieno verde e di essersi difeso perché si sentiva minacciato.

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