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ZURIGO«I giornalisti Tamedia non hanno diffamato l'animalista Kessler»

03.07.19 - 15:00
Per il tribunale distrettuale di Zurigo quanto detto sulla "fattoria degli orrori" non ha rovinato la reputazione del turgoviese
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«I giornalisti Tamedia non hanno diffamato l'animalista Kessler»
Per il tribunale distrettuale di Zurigo quanto detto sulla "fattoria degli orrori" non ha rovinato la reputazione del turgoviese

ZURIGO - «Si sono limitati a raccontare i fatti»: con questa motivazione il Tribunale distrettuale di Zurigo ha assolto due giornalisti di Tamedia dall'accusa di aver diffamato l'animalista turgoviese Erwin Kessler. Quest'ultimo li ha querelati per un articolo in cui avevano riferito di una sua precedente condanna per discriminazione razziale.

L'articolo in questione, pubblicato nell'agosto del 2017 sul "Tages Anzeiger" e sul "Bund", prendeva lo spunto dallo scandalo della "fattoria degli orrori" di Hefenhofen (TG) ed era intitolato "Li amiamo e li mangiamo" ("Wir lieben und wir fressen sie").

In qualità di presidente dell'Associazione contro le fabbriche di animali ("Verein gegen Tierfabriken", VgT), Erwin Kessler aveva criticato le presunte inadempienze delle autorità nella vicenda legata ai cavalli lasciati morire di fame e aveva aveva denunciato il veterinario cantonale.

Nel loro articolo, i giornalisti sottolineavano tra le altre cose, che Kessler è un personaggio noto per essere stato più volte citato in giudizio e per essere stato condannato per violazione della norma anti razzismo.

Erwin Kessler ha querelato i giornalisti ritenendo che la sua reputazione fosse danneggiata. La condanna per discriminazione razziale risale in effetti al 2004 e dopo dieci anni è stata cancellata dal casellario giudiziale.

Kessler ha detto in aula di sentirsi minacciato nella sua esistenza e in quella della sua associazione. "Nessuna persona di buon senso è disposta a sostenere dei razzisti", ha dichiarato.

I due giornalisti e il loro legale si sono a loro volta detti molto sorpresi che il Ministero pubblico sia arrivato a promuovere l'accusa. La pubblica accusa chiedeva nei confronti dei due giornalisti una pena pecuniaria di 10 aliquote giornaliere da 100 franchi sospesa con la condizionale.

"In uno Stato di diritto non è accettabile che non si possa dire la verità", ha detto l'avvocato.

Un'argomentazione seguita dal tribunale. "Non vediamo cosa sia diffamatorio in quelle frasi", ha detto il giudice presentando la sentenza. Le accuse di razzismo e di antisemitismo e la condanna nei confronti di Kessler sono fatti comprovati.

Per il giudice, non si può pretendere che i giornalisti omettano di scrivere anche degli aspetti negativi legati a una persona. Ne andrebbe di mezzo la libertà di stampa, ha sottolineato il giudice.

La sentenza non è definitiva ed Erwin Kessler ha immediatamente annunciato l'intenzione di ricorrere all'istanza superiore.
 
 

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