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ZURIGOAbusò di diverse bambine: «Il più grande errore, fumavo troppi spinelli»

12.06.19 - 17:55
Pena inasprita per il 30enne, condannato a 11 anni e 8 mesi da scontare. Tra le vittime anche una bimba di 8 anni, abusata nel bagno annesso al ristorante di un parco
Polizia cantonale Zurigo
L'uomo, oggi 31enne, è noto alla stampa e all'opinione pubblica per il suo identikit con un vistoso herpes labiale.
L'uomo, oggi 31enne, è noto alla stampa e all'opinione pubblica per il suo identikit con un vistoso herpes labiale.
Abusò di diverse bambine: «Il più grande errore, fumavo troppi spinelli»
Pena inasprita per il 30enne, condannato a 11 anni e 8 mesi da scontare. Tra le vittime anche una bimba di 8 anni, abusata nel bagno annesso al ristorante di un parco

ZURIGO - Pena inasprita in seconda istanza per un 30enne svizzero che a Zurigo ha abusato sessualmente di tre ragazzine fra gli 8 e i 13 anni di età: il Tribunale cantonale lo ha condannato oggi a 11 anni e 8 mesi da scontare.

Il condannato, al quale sono state attestate tendenze pedofile e un altro rischio di recidiva, ha annunciato subito dopo la lettura della sentenza l'intenzione di ricorre al Tribunale federale.

L'uomo è stato riconosciuto colpevole di atti sessuali e tentati atti sessuali con fanciulli, oltre a traffico di droga e furto. Nel marzo di un anno fa la prima istanza aveva fissato nei suoi confronti una pena di 9 anni, mentre la pubblica accusa ha ribadito la richiesta di una condanna 12 anni di reclusione e una terapia.

Si tratta di atti «gravi e riprovevoli», ha detto il giudice presentando la sentenza. Le giovanissime vittime sono state spaventate a non hanno riportato solo lesioni fisiche, ma anche psicologiche. Una delle vittime, che oggi ha 16 anni, ha alle spalle due ricoveri di più mesi in una clinica psichiatrica, ha ricordato il giudice.

È stato il «più grande errore della mia vita», ha dichiarato l'imputato, giustificandosi con il fatto che all'epoca fumava così tanti spinelli da non rendersi conto delle conseguenze delle sue azioni. Se davanti al giudice ha ammesso le violenze sessuali perpetrate fra il 2015 e il 2016 nei confronti di tre ragazzine (di 8 e 13 anni) ha negato veementemente l'accusa di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, riguardanti un'ex-collega 16enne. L'amplesso, avvenuto dopo una serata di bagordi, vede la versione di lei – che nega di aver manifestato consenso – contrapposta a quella di lui che, invece, sostiene che la cosa fosse voluta da entrambi: «Mi ha anche chiesto di mettere il profilattico», ha testimoniato, «per me era una persona speciale, non una vittima». In seguito ha voluto anche chiedere scusa per la sua condotta e confermato di voler in futuro «vivere da persona normale».

L'imputato si è detto sicuro che oggi non potrebbe più accadere nulla di simile. In una rapporto che risale alla scorsa estate i terapeuti che lo hanno in cura arrivano invece alla conclusione che persiste un forte rischio di recidiva.

L'ultima aggressione risale all'11 marzo 2016, quando l'uomo seguì fino alla sua abitazione una 13enne scesa da un bus, la trascinò nello scantinato e abusò di lei. In seguito a quella vicenda, la polizia cittadina intensificò i controlli e a distanza di qualche giorno riuscì a fermare l'allora 27enne.

Le dichiarazioni della ragazzina fecero subito pensare che l'arrestato fosse responsabile anche di altre aggressioni a sfondo sessuale. Tra le vittime figura in particolare una bimba di 8 anni, che il 18 novembre 2015 era stata seguita e abusata in un bagno annesso al ristorante del parco della "Bäckeranlage", nel "Kreis 4" di Zurigo. L'uomo la lasciò andare solo quando la madre entrò nel bagno per controllare la situazione, visto che la piccola ci metteva insolitamente tanto.

In un altro caso, il condannato seguì una 13enne nell'atrio di una palazzina chiedendole dove fosse la cantina, per poi spingerla giù per le scale e violentarla. Più fortuna ebbe una scolara di 10 anni, che si rifiutò di mostrare lo scantinato allo sconosciuto, si liberò dalla presa e si rifugiò a casa del padrino.

Le indagini hanno fatto emergere anche tutta una serie di altri crimini. Sul suo computer sono state in particolare trovate grandi quantità di materiale pedo-pornografico, raffigurazioni di violenza e atti sessuali con animali. Il 30enne era anche accusato di numerosi furti e di commercio di droga, che consumava regolarmente.

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