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SVIZZERARapporto sulla flotta marittima: «Sta al DEFR decidere se pubblicarlo o meno»

30.04.19 - 12:56
L'inchiesta condotta dal Consiglio federale delle finanze aveva esaminato le condizioni di ottenimento delle fideiussioni concesse agli armatori svizzeri e l'aumento delle garanzie
Keystone (archivio)
Rapporto sulla flotta marittima: «Sta al DEFR decidere se pubblicarlo o meno»
L'inchiesta condotta dal Consiglio federale delle finanze aveva esaminato le condizioni di ottenimento delle fideiussioni concesse agli armatori svizzeri e l'aumento delle garanzie

LOSANNA - Sta al Dipartimento federale dell'economia, della formazione della ricerca (DEFR) decidere se pubblicare il rapporto sull'inchiesta amministrativa condotta nei confronti della flotta marittima svizzera. Lo ha deciso con una sentenza pubblicata oggi il Tribunale federale (TF).

Nel maggio del 2016, l'allora consigliere federale Johann Schneider-Ammann aveva affidato l'inchiesta al Controllo federale delle finanze (CDF). L'organo doveva esaminare le condizioni di ottenimento delle fideiussioni concesse dalla Confederazione agli armatori svizzeri e l'aumento delle garanzie nel 2008.

Numerose persone avevano chiesto di poter consultare il documento, invocando la legge sulla trasparenza. Nel novembre 2017, il DEFR aveva accordato un accesso parziale al rapporto. Ma l'ex direttrice dell'Ufficio federale per l'approvvigionamento economico del Paese (UFAE), Gisèle Girgis-Musy, e il suo capo di Stato maggiore, Michael Eichmann, avevano inoltrato ricorso contro questa decisione.

Chiamato in causa, il Tribunale amministrativo federale (TAF) aveva concluso che la competenza in merito fosse da attribuire al DEFR, spingendo Girgis-Musy a portare il dossier sul tavolo del TF. Secondo la funzionaria, la scelta sulla pubblicazione del rapporto spettava invece al CDF.

Mon Repos ha però a sua volta ribadito che il verdetto finale tocca al dipartimento. Ora il TAF dovrà decidere se il DEFR è abilitato a concedere un accesso parziale al documento. L'opposizione di Gisèle Girgis-Musy si spiega col fatto che l'ufficio da lei guidato è responsabile delle fideiussioni emesse alla flotta mercantile svizzera d'alto mare.

A seguito della crisi della flotta, il Parlamento ha approvato una richiesta del governo in merito allo stanziamento di un credito di 215 milioni di franchi per il danno subito da Berna per la copertura tramite fideiussioni di 13 navi (9 cargo e 4 cisterna), che, non potendo più essere utilizzate in modo redditizio, sono state vendute sotto costo. La fattura era stata presentata alle Camere solo all'ultimo momento, obbligandole praticamente ad accettare la spesa.

Le commissioni di gestione dei due rami del legislativo avevano tra l'altro criticato il fatto che fosse il Controllo federale delle finanze a occuparsi dell'inchiesta sulla flotta marittima. Ritenevano che tale organo non fosse indipendente, accusandolo inoltre di ricerche lacunose. Il CDF aveva in particolare optato per rinuncia a interrogare Girgis-Musy ed Eichmann.

Nel frattempo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha avviato una procedura penale contro l'ex capo di Stato maggiore dell'UFAE per infedeltà nella gestione pubblica e truffa.

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