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LUCERNAUna seconda udienza per il suicidio di Malters

24.04.19 - 18:01
La donna si era tolta la vita dopo essersi asserragliata in casa per impedire alla polizia di trovare la piantagione di canapa del figlio
Una seconda udienza per il suicidio di Malters
La donna si era tolta la vita dopo essersi asserragliata in casa per impedire alla polizia di trovare la piantagione di canapa del figlio

LUCERNA - Il Tribunale cantonale di Lucerna ha annunciato oggi che terrà una seconda udienza di appello sul caso della donna di Malters che nel marzo del 2016 si suicidò dopo essersi asserragliata in casa per impedire agli agenti di trovare la piantagione di canapa del figlio. Punto centrale del dibattimento sarà il giudizio sulla sua capacità di discernimento, che consentirà eventualmente di avvalorare l'imputazione di omicidio colposo per due responsabili della polizia.

La donna, una 65enne di nazionalità svizzera, l'8 marzo del 2016 si era barricata in casa a Malters, una decina di chilometri a ovest di Lucerna, per resistere a una operazione di polizia e impedire agli agenti di scoprire la piantagione di "erba" del figlio.

La pensionata aveva minacciato gli agenti con una pistola e aveva anche sparato due colpi. Dopo un assedio durato 17 ore, gli uomini dell'unità speciale "Luchs" (Lince) erano penetrati nell'abitazione e avevano trovato in bagno il corpo esanime. Il figlio - che era già in detenzione preventiva in relazione a diverse piantagioni indoor nei cantoni di Zurigo, Lucerna e Argovia - aveva in seguito presentato una denuncia penale per omicidio colposo e abuso di autorità.

Nel giugno del 2017 i capi della polizia cantonale e di quella giudiziaria, Adi Achermann e Daniel Bussmann, furono assolti in prima istanza dal Tribunale distrettuale di Kriens dall'imputazione di omicidio colposo. Nell'agosto del 2018 dovettero rispondere in secondo grado al Tribunale cantonale.

Pochi giorni dopo il processo d'appello, la corte cantonale riferì di non essere ancora in grado di emettere una sentenza poiché, sulla base degli atti disponibili, non era possibile valutare in modo affidabile se la donna al momento di suicidarsi avesse la capacità di intendere.

Quest'ultima è una questione importante nel procedimento d'appello. Se la donna non era in grado di intendere, i capi della polizia possono essere accusati di omicidio colposo. La prima istanza aveva concluso che l'incapacità di giudicare non fosse provata ma solo presunta.

Nel frattempo il Tribunale ha ricevuto una perizia e il 17 aprile ha deciso di tenere una seconda udienza d'appello, affinché le parti abbiano modo di esprimersi in merito. Non è ancora stato deciso quando si terrà l'udienza.

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