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ZURIGOTre tedeschi a processo per spionaggio economico

26.03.19 - 11:20
I tre imputati sono stati incriminati per aver trasmesso a tribunali della Germania documenti bancari relativi al miliardario tedesco Erwin Müller
archivio TiPress
Erwin Müller è proprietario della catena di drogherie Müller presente anche in Svizzera
Erwin Müller è proprietario della catena di drogherie Müller presente anche in Svizzera
Tre tedeschi a processo per spionaggio economico
I tre imputati sono stati incriminati per aver trasmesso a tribunali della Germania documenti bancari relativi al miliardario tedesco Erwin Müller

ZURIGO - Tre tedeschi, un avvocato di Stoccarda e due ex dipendenti di una banca di Basilea, devono rispondere a Zurigo di spionaggio economico e violazione del segreto bancario. Il processo che si è aperto oggi davanti al Tribunale distrettuale dovrebbe durare tre giorni.

I tre imputati sono stati incriminati per aver trasmesso a tribunali della Germania documenti bancari relativi al miliardario tedesco Erwin Müller, 86 anni, proprietario della catena di drogherie Müller presente anche in Svizzera.

Müller - che da anni figura sulla lista degli uomini più ricchi del pianeta stilata da Forbes - aveva intentato una causa milionaria contro la banca privata basilese J. Safra Sarasin, sostenendo di essere stato tratto in inganno e mal consigliato in fatto di ottimizzazione fiscale.

Il miliardario rimprovera alla banca di averlo indotto a investire in un fondo lussemburghese altamente rischioso. Il fondo Sheridan praticava le controverse operazione "cum-ex", basate su ripetute richieste di rimborso delle imposte sul reddito del capitale inoltrate alle autorità tedesche. Nel 2012 questo tipo di operazioni fu vietato in Germania e il fondo lussemburghese crollò come un castello di carte.

Per provare le accuse dell'86enne miliardario, l'avvocato tedesco Eckart Seith ottenne dai due ex dipendenti della banca - con i quali siede ora sul banco degli imputati - documenti a carico della banca stessa, che utilizzò davanti ai tribunali della Germania. Una di queste carte era una perizia commissionata dalla banca basilese, in cui si attestava che la J. Safra Sarasin aveva effettivamente dato consigli sbagliati al miliardario tedesco.

Per questi documenti, l'avvocato Seith è accusato di spionaggio economico davanti al tribunale zurighese. Il Ministero pubblico chiede nei suoi confronti una condanna a tre anni e mezzo di detenzione, senza la condizionale.

Mentre in Svizzera rischia il carcere, in Germania l'avvocato Seith è considerato un "whistleblower" che ha permesso di far luce su uno dei più grandi scandali fiscali del Paese. Un gruppo di cittadini tedeschi chiede persino che gli venga conferito l'"Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania".

Per il principale informatore dell'avvocato - considerato la mente dell'intera vicenda - il procuratore richiede una condanna a 3 anni e 10 mesi di prigione, dai quali potranno essere dedotti i 6 mesi già passati in detenzione preventiva. Per il secondo complice, che ha già passato 2 due anni dietro le sbarre, la richiesta di pena della pubblica accusa è di tre anni. In base all'atto d'accusa, i due ex dipendenti della banca basilese concordarono con l'avvocato un compenso di 450'000 euro per la consegna dei documenti.

La somma corrisponde all'1% dei 45 milioni di euro che il tribunale regionale di Ulm, in Germania, accordò nel maggio del 2017 al miliardario tedesco come risarcimento. La banca privata basilese ha sempre negato gli addebiti e ha presentato ricorso contro la sentenza tedesca. Le attività oggetto della vertenza risalgono al periodo in cui Sarasin era controllata dal gruppo olandese Rabobank: dal 2011 l'istituto con sede a Basilea è passato nelle 

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