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VAUDPresunto terrorista alla sbarra, si indaga per l'aggressione a un secondino

20.02.19 - 15:01
L'uomo, arrestato nel 2017, avrebbe colpito la "guardia" al viso, poi gli avrebbe messo le mani alla gola urlando "Allahu Akbar"
tipress
Presunto terrorista alla sbarra, si indaga per l'aggressione a un secondino
L'uomo, arrestato nel 2017, avrebbe colpito la "guardia" al viso, poi gli avrebbe messo le mani alla gola urlando "Allahu Akbar"

LOSANNA - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), che sta conducendo un'inchiesta contro il presunto terrorista arrestato a Losanna nel giugno del 2017, dovrà anche indagare sull'aggressione commessa dallo stesso nei confronti di un agente carcerario. È quanto deciso dal Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona.

L'MPC avrebbe voluto che i due procedimenti fossero condotti separatamente, al contrario della procura regionale della Côte la quale aveva chiesto che l'inchiesta avviata a seguito dell'aggressione avvenuta nel settembre del 2018 venisse seguita a livello federale. In tale occasione l'uomo si era scagliato contro un secondino, lo aveva colpito al viso, strangolato e aveva cercato di morderlo urlando "Allahu Akbar".

Dalla fine di giugno 2017, l'MPC indaga sul giovane per sospetta partecipazione o sostegno a un'organizzazione criminale e infrazione alla legge che vieta i gruppi "Al-Qaida" e "Stato islamico" nonché le organizzazioni associate. Tale procedimento segue la scoperta nella sua stanza di bottiglie piene di benzina, documenti sull'Islam e un Corano. Secondo la sentenza pubblicata oggi dal TPF, dalle indagini è anche emerso che in passato l'indiziato si è recato in Egitto e in Turchia.

Schizofrenico e pericoloso - Una valutazione psichiatrica ha rivelato che il detenuto soffre di grave schizofrenia paranoide e deve essere considerato pericoloso. Il personale della prigione ha dichiarato che l'uomo ha gridato "Allahu Akbar" senza ragione, che nel corso dei mesi si è radicalizzato e si è immerso nella lettura del Corano.

L'MPC si rifiutava di unire i due procedimenti in quanto quello federale stava per essere chiuso. Il TPF rileva tuttavia che fino al giorno della sua sentenza, il 7 febbraio scorso, non era ancora stata presa una decisione.

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