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SAN GALLOLasciarono morire la figlia, genitori alla sbarra

27.11.18 - 12:09
Il corpo della piccola di nemmeno due anni era stato trovato dalla polizia nell'agosto del 2015 durante una perquisizione domiciliare. La coppia deve rispondere di omicidio intenzionale
La polizia scoprì il cadavere della piccola il 4 agosto del 2015 in una cantina
Lasciarono morire la figlia, genitori alla sbarra
Il corpo della piccola di nemmeno due anni era stato trovato dalla polizia nell'agosto del 2015 durante una perquisizione domiciliare. La coppia deve rispondere di omicidio intenzionale

SAN GALLO - È iniziato stamane a San Gallo il processo a carico di una coppia accusata di omicidio intenzionale per aver lasciato morire la figlia di 23 mesi. Il corpo della piccola era stato trovato dalla polizia nell'agosto del 2015 durante una perquisizione domiciliare.

Il processo è cominciato con l'interrogatorio dei due imputati, una cittadina tedesca di 35 anni e uno svizzero di 55, sospettati di aver gravemente trascurato la figlia, tra l'altro a causa del loro consumo di droghe pesanti.

Stando al Ministero pubblico i due non avrebbero nutrito a sufficienza la bambina, non le avrebbero prodigato le cure necessarie e l'avrebbero lasciata sola in casa per ore senza alcuna sorveglianza, ciò che avrebbe condotto la piccola alla morte.

L'accusa ha chiesto per la madre dieci anni e mezzo di carcere e per il padre 8 anni, in entrambi i casi senza la condizionale, ipotizzando i reati di omicidio intenzionale, violazione del dovere d'assistenza e ripetuta infrazione alla legge federale sugli stupefacenti.

Il cadavere della bambina venne rinvenuto rinchiuso in una valigia nella cantina di una casa di Staad (SG), domicilio della coppia, dopo una denuncia dell'Autorità di protezione dei minori, chiamata ad occuparsi della famiglia. Secondo il pubblico ministero, la piccola morì il 3 luglio del 2015: quel giorno i genitori la lasciarono da sola in mansarda per diverso tempo, nonostante la temperatura esterna fosse di 33 gradi. Andando per eliminazione, secondo l'accusa, si deve presumere che sia morta di sete, di fame o semplicemente perché dimenticata.

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