Cerca e trova immobili

BERNA / CILEDittatura Pinochet: Alexei Jaccard fu torturato e ucciso

23.11.18 - 16:29
Una sentenza svela i retroscena della morte dello svizzero-cileno avvenuta nel 1977
keystone
Dittatura Pinochet: Alexei Jaccard fu torturato e ucciso
Una sentenza svela i retroscena della morte dello svizzero-cileno avvenuta nel 1977

BERNA - Il binazionale svizzero-cileno Alexei Jaccard fu torturato e ucciso in una prigione segreta cilena - probabilmente nel 1977 - dagli sgherri del regime militare di Augusto Pinochet, il generale salito al potere nel 1973 dopo un colpo di stato cruento contro il governo di sinistra di Salvador Allende.

Come molti altri "desaparecidos", non si sa nulla di dove si trovi il corpo di Jaccard. «È stato sepolto? Lanciato in mare?» si chiede la vedova di Jaccard, Paulina Veloso, intervistata dal giornale ginevrino "Le Courrier" dopo la sentenza di condanna emessa da un tribunale cileno il 21 di settembre scorso contro undici ex agenti della DINA, la polizia segreta, per la morte violenta di 12 persone, tra cui il cittadino svizzero, all'epoca iscritto all'università di Ginevra, dove era giunto nel 1974.

Una sentenza tardiva - Una sentenza di colpevolezza, contro la quale sia i parenti delle vittime che i condannati hanno fatto appello, che lenisce in parte la sete di giustizia della famiglia Jaccard, sebbene, come sottolinea Paulina Veloso, essa sia giunta con «estremo ritardo». I famigliari non intendono comunque fermarsi qui: è necessario sapere dove si trovano i resti del giovane studente.

Il processo ha messo in luce, grazie alle testimonianze degli ex agenti, che assieme a Jaccard furono rapite e uccise altre persone legate al partito comunista, grazie anche al coordinamento delle polizie Argentina e Cilena nell'ambito della cosiddetta "Operazione Condor". Il luogo di detenzione a Santiago viene definito da Paulina Veloso un centro di sterminio dal quale nessuno è mai fuggito, ciò che spiega come esso sia rimasto a lungo sconosciuto.

Un caso internazionale - Della scomparsa di Jaccard si occupò all'epoca anche la diplomazia elvetica, senza però riuscire ad evitare la morte dello studente svizzero-cileno. Il caso sarebbe caduto nel dimenticatoio se nel 1998, l'ormai ex dittatore Pinochet, non fosse stato fermato a Londra.

Tale fatto aveva dato la stura a tutta una serie di domande di estradizione da parte di Paesi - dalla Spagna alla Germania, dalla Francia all'Italia - che volevano giudicare Pinochet per la scomparsa di rispettivi cittadini all'epoca della dittatura. Non poteva mancare la Svizzera che nel novembre 1998 inoltrò, per il tramite della propria ambasciata a Londra, una richiesta in tal senso basandosi su una denuncia della famiglia Jaccard per sequestro ed assassinio.

Denunce rimaste infruttuose dal momento che il governo britannico di allora decise di lasciar partire l'ormai ingombrante ospite, divenuto nel frattempo senatore in un Paese che aveva ritrovato la democrazia una decina di anni prima. Pinochet godeva ancora in Gran Bretagna di simpatie politiche, come dimostravano gli stretti rapporti con l'ex premier Margaret Thatcher, grazie all'aiuto prestato da Santiago a Londra durante la guerra delle Falklands nel 1982.

Si fece tutto il possibile - Come detto, la vicenda ebbe eco internazionale. In Svizzera, pressioni giunte anche dal Parlamento spinsero il Dipartimento federale degli affari esteri nel 1998 ad incaricare due specialisti, uno storico e un giurista, di redigere un rapporto sulla vicenda basandosi sui documenti storici dell'epoca.

Secondo il rapporto, reso pubblico nel 2000, lo storico Antoine Fleury e il giurista Dietrich Schindler affermarono che la diplomazia elvetica mise tutto l'impegno possibile nelle ricerche di Alexei Jaccard. L'impegno messo dal DFAE e dalle ambasciate a Buenos Aires e Santiago fu anzi «eccezionale», anche perché pungolate dalla stampa, senza la cui pressione «il caso sarebbe stato trattato in modo piuttosto ordinario».

L'Organizzazione Condor - L'accordo segreto tra le dittature di Argentina, Uruguay, Paraguay, Brasile e Cile per eliminare gli oppositori politici venne lanciato ufficialmente nell'ottobre 1975: l'anno dopo tra le vittime più illustri dell'Operazione vi fu l'ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier, fatto saltare in aria a bordo della sua auto con la segretaria Ronni Moffit in pieno centro a Washington.

Secondo documenti del Dipartimento di stato americano, desecretati nel 2001, le dittature latinoamericane usavano una centrale di comunicazioni americana situata nella zona del Canale di Panama per scambiarsi notizie di intelligence, per coordinarsi tra loro nella feroce opera di repressione delle opposizioni.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE