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VAUDIVA del canone radio-tv, il privato va rimborsato

27.09.18 - 12:00
L'uomo si era rivolto alla Billag chiedendo che gli fosse restituita la tassa incassata impropriamente, vale a dire 45 franchi e 35 centesimi
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IVA del canone radio-tv, il privato va rimborsato
L'uomo si era rivolto alla Billag chiedendo che gli fosse restituita la tassa incassata impropriamente, vale a dire 45 franchi e 35 centesimi

LOSANNA - L'imposta sul valore aggiunto (IVA) sul canone radiotelevisivo riscossa indebitamente dall'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) deve essere rimborsata - tenendo conto della prescrizione - ai privati che hanno avanzato la richiesta entro i termini previsti. Lo ha stabilito il Tribunale federale (TF) in una sentenza pubblicata oggi. Non è tuttavia da attendersi, almeno per il momento, un rimborso generale.

Nell'aprile del 2015, il TF aveva giudicato che il canone radio-tv non dovesse essere sottoposto all'IVA. In seguito, un privato si era rivolto alla società d'incasso Billag, chiedendo che gli fosse restituita la tassa incassata indebitamente, vale a dire 45 franchi e 35 centesimi.

Davanti al rifiuto dell'azienda, questi aveva interpellato il Tribunale amministrativo federale (TAF) che, nel gennaio 2017, gli aveva dato ragione, ordinando all'UFCOM di rimborsare l'IVA all'interessato. Il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) si era allora rivolto ai giudici del TF, che hanno però dato ragione ai colleghi sangallesi.

Stando a Mon Repos, al più tardi nel luglio 2015, quando il cittadino aveva inoltrato la propria domanda, l'UFCOM avrebbe dovuto riconoscere che il pagamento dell'IVA sul canone radiotelevisivo era contrario al diritto federale. Partendo da questo presupposto, avrebbe quindi dovuto chiedere all'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) di restituire i soldi incassati a torto.

Tuttavia, la corte losannese ritiene che il diritto al rimborso possa essere soggetto a prescrizione. L'UFCOM poteva richiedere una correzione dei conti solo per il periodo tra il 2010 e il 2015 e dunque ogni pretesa antecedente è da ritenersi prescritta.

Il TF precisa inoltre che il privato coinvolto nella vicenda ha preteso la restituzione dell'IVA rispettando le scadenze. Per inoltrare la propria rivendicazione aveva infatti a disposizione un anno di tempo dopo la sentenza del Tribunale federale datata aprile 2015.

Caso singolo - Si tratta tuttavia di un caso singolo e la sentenza è pertinente solo per questa persona, ha precisato a Keystone-ATS Caroline Sauser, portavoce dell'UFCOM. Ciò non significa dunque, ha sottolineato, che tutti i consumatori saranno rimborsati. Almeno per il momento.

Attualmente al Tribunale federale sono ancora pendenti quattro dossier inoltrati da rappresentanti delle organizzazioni dei consumatori. Questi chiedono il rimborso dell'IVA dal 2005 al 2015. Se il TF in questi quattro casi dovesse ordinare il rimborso, l'imposta sul valore aggiunto pagata sul canone radiotelevisivo non dovrebbe essere restituita soltanto a coloro che hanno presentato domanda, ma a tutte le economie domestiche soggette all'obbligo di pagare il canone: il DATEC presenterà al Consiglio federale una proposta in tal senso, assicura la portavoce dell'UFCOM.

I ricorsi per il rimborso dell'IVA sono stati circa 30'000. Sono tuttavia attualmente sospesi in attesa che il TF si pronunci sui quattro "ricorsi tipo" delle associazioni dei consumatori.

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