Parlano i genitori del giovane che sabato, dopo aver preso l'auto di un parente, si è ribaltato provocando la morte di uno dei suoi passeggeri
COIRA - Dovrà fare i conti con la giustizia l'allievo conducente che, con l'auto presa senza permesso a un parente, si è ribaltato sabato sera e ha così visto morire uno dei suoi passeggeri. Il 18enne, come noto, aveva deciso di fare un giro con quattro amici a bordo di una BMW X3. Lungo una curva, nei pressi di Haldenstein, è accaduto l'imprevisto: l'auto è uscita di strada, ha colpito una centralina elettrica, ha perso la porta posteriore sinistra e si è ribaltata.
Nell'incidente, il diciassettenne AC* è rimasto ucciso. Il giovane era seduto proprio sul sedile posteriore sinistro. Dopo l'impatto è stato scagliato fuori dal veicolo riportando ferite mortali.
Alta velocità? - Un altro dei giovani a bordo afferma che l'auto stava viaggiando attorno ai 120 km/h quando ha affrontato la curva. Il 18enne, dopo l'incidente, sarebbe scappato in preda al panico.
Sofferenza per l'accaduto - Familiari e amici di C. stanno ancora piangendo per la prematura perdita. Sui social molti profili, in segno di lutto, hanno sostituito la foto con un'immagine completamente nera.
Lo zio su Facebook: «Non riesco quasi a scrivere. Le stelle ti accompagnino. Dormi sotto splendide luci. Il dolore è grande».
Anche il padre del giovane automobilista ha voluto esprimere il proprio dolore per l'accaduto: «Mio figlio era sotto shock dopo l'incidente. Ha perso un ottimo amico. È stato un trauma e per questo è sotto trattamento psicologico. Anche noi siamo molto addolorati per la perdita. Conoscevamo la vittima, entrava e usciva da casa nostra. Piangiamo con la famiglia».
Secondo Maurus Eckert, portavoce del Ministero pubblico grigionese, il 18enne rischia una condanna per omicidio colposo, oltre che per aver commesso diverse e gravi violazioni della legge sulla circolazione stradale. Secondo l'avvocato Yann Moor, esperto in cause legate a violazioni del codice stradale, il ragazzo in qualche modo sarebbe «già stato punito. Ora deve affrontare la morte del suo amico, il suo dolore e la sua disperazione, ma anche l'ostilità in paese». Secondo l'avvocato, sulla base di casi analoghi, il ragazzo dovrebbe ottenere «al massimo una condanna di due anni con la condizionale».