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CANTONE / SVIZZERAL'ex ministro del Gambia Sonko resta in carcere fino a gennaio

17.09.18 - 12:15
La Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale (TPF) ha respinto un ricorso dell'uomo contro la proroga. Sonko è oggetto di una procedura penale per crimini contro l'umanità
Tipress
L'ex ministro del Gambia Sonko resta in carcere fino a gennaio
La Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale (TPF) ha respinto un ricorso dell'uomo contro la proroga. Sonko è oggetto di una procedura penale per crimini contro l'umanità

BELLINZONA - L'ex ministro dell'Interno del Gambia Ousman Sonko, arrestato nel gennaio 2017 in Svizzera, dovrà rimanere in detenzione preventiva fino al 25 gennaio 2019. La Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale (TPF) ha respinto un ricorso dell'uomo contro la proroga. Sonko può ancora ricorrere al Tribunale federale.

In una sentenza pubblicata oggi, i giudici di Bellinzona confermano la decisione resa lo scorso 30 luglio dal Tribunale delle misure coercitive del canton Berna, su richiesta del Ministero pubblico della Confederazione. Di conseguenza, la richiesta di liberazione dell'ex ministro gambiano viene respinta.

La Corte dei reclami penali ricorda che Sonko è oggetto di una procedura penale per crimini contro l'umanità: gli elementi e le dichiarazioni raccolti dall'accusa negli scorsi mesi tendono a rafforzare i sospetti nei confronti dell'imputato.

La Corte riconosce che Sonko si trova dietro le sbarre da 19 mesi e che questa nuova proroga aumenterà il suo periodo di detenzione a 25 mesi. Questa misura è però giustificata in considerazione delle numerose indagini in corso.

L'ex ministro gambiano è stato arrestato il 26 gennaio 2017 a Lyss (BE), in un centro di transito in cui risiedeva come richiedente asilo. L'uomo è stato arrestato a seguito di una denuncia da parte di Trial, una ONG con sede a Ginevra che si occupa di lottare contro l'impunità per crimini internazionali. Sonko è accusato di essere responsabile di atti di tortura commessi dalle forze di polizia e dal personale carcerario a lui sottoposti, oppure da gruppi ad essi legati, sotto il regime del presidente Yahya Jammeh.

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