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VAUDSei rapinatori a processo

27.08.18 - 14:46
Il colpo risale al 30 dicembre 2015 quando gli uomini immobilizzarono due agenti portavalori per poi impossessarsi di un bottino da 2,1 milioni di franchi
Keystone
Il Tribunale di Losanna, sede del processo.
Il Tribunale di Losanna, sede del processo.
Sei rapinatori a processo
Il colpo risale al 30 dicembre 2015 quando gli uomini immobilizzarono due agenti portavalori per poi impossessarsi di un bottino da 2,1 milioni di franchi

LOSANNA - Si è aperto stamane a Losanna il processo contro tre degli autori di una rapina da 2,1 milioni di franchi avvenuta il 30 dicembre 2015 a Bussigny, alle porte del capoluogo vodese. Imputati sono anche tre loro complici. Le richieste di pena del pubblico ministero saranno rese note mercoledì. La sentenza sarà comunicata in una data ulteriore.

La rapina avvenne la sera verso le 19.30 davanti a un locale di deposito di fondi della società privata di sicurezza Protect Service: due agenti portavalori furono immobilizzati a terra e poi legati da due uomini mascherati mentre stavano per caricare due casse su un furgone blindato per il trasporto di denaro. All'interno c'erano 2,1 milioni di franchi in contanti, ossia l'introito di fine anno di un negozio alimentare.

Stamane davanti ai giudici del Tribunale criminale di Losanna c'era solo uno dei due, un brasiliano oggi 23enne. Il secondo rapinatore, un operaio portoghese, si è rifugiato in patria subito dopo il colpo ed è oggetto in Svizzera di un procedimento separato.

Altri due giovani presenti in aula sono a loro volta accusati di rapina qualificata. Un brasiliano di 28 anni che aveva fatto da autista e un doppio cittadino svizzero-brasiliano di 32 anni, suo cugino. Quest'ultimo altri non era che uno dei due portavalori rapinati, assunto circa un anno prima e che oggi in aula si è scusato con l'ex collega, che ora fa l'operatore televisivo.

Durante l'inchiesta l'uomo ha ammesso di essere stato addirittura il cervello dell'operazione e di aver versato ai due principali coimputati brasiliani rispettivamente 43'500 e 50'000 franchi per la loro partecipazione alla rapina. L'uomo scappato in Portogallo avrebbe ricevuto dal canto suo 100'000 franchi.

Lo svizzero-brasiliano ha detto oggi in aula di avere speso circa mezzo milione di franchi in poche settimane, in particolare per l'acquisto di un terreno in Brasile.

Gli altri tre coimputati sono arrivati a piede libero in tribunale. Devono rispondere principalmente di riciclaggio di denaro e falsità in documenti. Si tratta della sorella del 32enne, una ginevrina di 34 anni a sua volta binazionale, del suo fidanzato, un vodese di 27 anni, e di un'altra parente dell'ideatore della rapina, una brasiliana di 50 anni.

Dopo essere stati scagionati con un decreto d'abbandono, i genitori e il fratello del giovane vodese saranno a loro volta processati per riciclaggio di denaro. Il Tribunale cantonale ha infatti accolto due settimane fa un ricorso in questo senso del gruppo vallesano SOS Surveillance SA, di cui fa parte la Protect Service.

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