Lunedì sera, durante la tempesta, la barca di una famiglia è stata distrutta dal maltempo. Tanta la generosità riscontrata
VEVEY - Due giorni dopo la tempesta la loro barca è ancora arenata sul bordo del lago, su un fianco, sfasciata, con l’albero maestro incastrato in un albero del marciapiede. «È la nostra casa, e ora l’abbiamo persa» racconta Julia, arpista e professoressa al conservatorio di Yverdon-les-Bains. Insieme a Cédric, il suo compagno, e alla loro figlia, hanno vissuto in prima persona la tempesta che lunedì sera si è abbattuta sul lago.
Da dieci anni la famiglia vive sulla barca a Ginevra, e lunedì avevano fatta tappa a Vevey. Quando la tempesta è arrivata, la famiglia è riuscita a prendere al volo qualche effetto personale prima di ritrovarsi senza un tetto.
La storia, però, è fatta anche di speranza. La solidarietà ricevuta è infatti è stata molta, e la famiglia ci tiene a ringraziare tutti.
In primis c’è stato Serge, che durante la tempesta ha incrociato la famiglia e ha offerto loro un riparo. Poi Nadège, la vicina, che si occupa della bambina. E non è mancato chi, alle due di notte, ha preso lo scooter per portar loro degli abiti, e anche un pompiere che ha organizzato un aperitivo martedì sera a bordo del lago, in compagnia di altri abitanti, «per farci passare una serata normale», racconta Cédric. «Tanta gente ci ha offerto un posto, o ci ha invitati a mangiare da loro».
Anche se stanziati a Ginevra, la famiglia ha potuto contare anche sull’assistenza del dipartimento degli affari sociali della città di Vevey.
Venerdì la barca sarà sgomberata, permettendo alla coppia di recuperare qualche effetto personale, o meglio, quello che ne rimane, dato che l’imbarcazione è stata sventrata dal maltempo.
Il futuro della famiglia è ancora incerto, ma anche se il colpo è stato duro, «fortunatamente noi stiamo bene».