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LUCERNAUccise un nigeriano per fatti di droga, condannato a 15 anni

22.06.18 - 12:02
Il Tribunale penale di Lucerna ha propenso per l'accusa di assassino, ma è rimasto al di sotto dei 18 anni richiesti. All'imputato 39enne è stata riconosciuta una lieve scemata imputabilità
Keystone
Uccise un nigeriano per fatti di droga, condannato a 15 anni
Il Tribunale penale di Lucerna ha propenso per l'accusa di assassino, ma è rimasto al di sotto dei 18 anni richiesti. All'imputato 39enne è stata riconosciuta una lieve scemata imputabilità

LUCERNA - È stato condannato a 15 anni e un mese di detenzione il 39enne serbo che uccise un 23enne richiedente asilo nigeriano nel novembre 2011 a Emmenbrücke (LU). Un omicidio alquanto laborioso legato all'ambiente della droga. La pena è stata ridotta a causa della lunga durata del procedimento.

Nella pena inflitta sono compresi anche i sei anni di detenzione preventiva ed espiazione anticipata. L'imputato dovrà inoltre assumersi le spese processuali. La tassa di giustizia del tribunale ammonta a 8000 franchi.

Come il Ministero pubblico, il Tribunale penale di Lucerna ha ritenuto il crimine un assassinio, ma è rimasto al di sotto dei 18 anni di carcere richiesti. All'imputato è stata riconosciuta una lieve scemata imputabilità. La difesa aveva chiesto nove anni e quattro mesi per omicidio con dolo eventuale.

Considerando anche contravvenzioni alle leggi sugli stupefacenti, sulle armi e sugli stranieri, la Corte è arrivata ad una condanna di 16 anni e 3 mesi. A questi, ha detratto due mesi per la confessione e il pentimento. Un anno è inoltre stato scontato a causa della contravvenzione all'imperativo di celerità da parte dell'accusa.

La durata del procedimento è stata decisamente troppa, ha affermato il giudice. Durante il processo, il procuratore si era giustificato con il carico di lavoro. Le indagini sono state rallentate dal comportamento dell'imputato, che dapprima ha taciuto sui complici, ha riferito il Ministero pubblico a Keystone-ATS.

La vittima, uno spacciatore di cocaina, viveva nell'appartamento della compagna dell'imputato, una prostituta cocainomane svizzera allora 27enne. Quest'ultima aveva deciso di voler allontanare lo spacciatore, poiché voleva uscire dal mondo della droga.

La notte dell'assassinio, l'imputato, due amici e la 27enne cercarono di scacciare il nigeriano. Il serbo svegliò la vittima, gli mise la canna di una rivoltella in bocca e gli sparò. Poiché lo spacciatore non morì, ma si alzò, l'accusato gli sparò altri sette colpi e lo soffocò premendogli un cuscino sul viso.

«Lei ha fermamente e deliberatamente tolto la vita alla vittima indifesa e completamente sopraffatta», ha affermato il giudice rivolgendosi al serbo, aggiungendo che il nigeriano non ha avuto alcuna possibilità di lasciare l'abitazione e che l'atto è stato particolarmente spietato.

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