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SVIZZERAIntangibilità delle misure di accompagnamento, Cassis: «Parliamone»

19.06.18 - 22:04
«Il prefigurato accordo quadro istituzionale con l'Unione europea dipende da quanto la Svizzera sia disposta a venire incontro all'Ue sulla questione»
Keystone
Intangibilità delle misure di accompagnamento, Cassis: «Parliamone»
«Il prefigurato accordo quadro istituzionale con l'Unione europea dipende da quanto la Svizzera sia disposta a venire incontro all'Ue sulla questione»

ZURIGO - Il consigliere federale Ignazio Cassis si aspetta una discussione sull'intangibilità delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone con l'Unione europea. Il ministro degli esteri ha ribadito oggi, in occasione della Giornata dell'industria Swissmem a Zurigo, che il Consiglio federale continua ad attenersi agli obiettivi che esse perseguono. La domanda è tuttavia se forse non si debba cambiare qualcosa nell'attuazione.

Secondo Cassis, il prefigurato accordo quadro istituzionale con l'Unione europea dipende da quanto la Svizzera sia disposta a venire incontro all'Ue sulla questione.

«Se rimaniamo sulla posizione che nulla deve cambiare, sarà difficile che l'Ue accetti», ha detto il consigliere federale ticinese. Il motivo - ha aggiunto - sono i negoziati in corso tra Bruxelles e Londra sull'uscita del Regno Unito dall'Ue stessa: «I caponegoziatori sentono Svizzera e pensano Brexit, non vogliono creare precedenti», ha affermato.

«Qui siete chiamati in causa come partner sociale insieme ai sindacati», ha proseguito Cassis rivolgendosi agli imprenditori: «Esiste un certo margine di manovra?».

Il Consiglio federale dà tempo alle trattative fino ad ottobre. In seguito ci saranno elezioni in diversi paesi europei, e anche in Svizzera nell'autunno 2019, tanto che ulteriori negoziati potrebbero essere rinviati verosimilmente fino al 2020.

Cassis aveva causato scalpore la settimana scorsa dichiarando ai microfoni della radio svizzerotedesca SRF di essere disposto a fare qualche concessione all'Ue riguardo alle misure di accompagnamento, come un allentamento dell'obbligo per i prestatori di servizi esteri di inoltrare la notifica almeno otto giorni prima di iniziare il lavoro nella Confederazione.

Sinistra e sindacati avevano subito reagito con sdegno. Unanimi, le organizzazioni dei lavoratori hanno ribadito che la regola degli otto giorni è un pilastro irrinunciabile delle misure. «Cassis ha perso la testa e mette in gioco tutti gli accordi bilaterali», ha affermato venerdì il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) e consigliere agli Stati (PS/SG) Paul Rechsteiner in una conferenza stampa a Berna.

Cassis ha mostrato oggi comprensione per le aspre critiche sindacali: «All'equilibrio attuale si è a lungo lavorato. Perciò capisco la paura che esso venga meno se si cambia qualcosa». «uesta reazione - ha aggiunto - lo ha quasi aiutato nei rapporti con i partner negoziali di Bruxelles, che possono ora «vedere quanto animatamente si discute della questione in Svizzera».

Le misure di accompagnamento, a lungo criticate da Bruxelles, hanno lo scopo di proteggere i lavoratori dal dumping salariale e dagli abusi. L'Ue non mette in dubbio il principio, ma critica alcune misure come ad esempio appunto l'obbligo per i prestatori di servizi esteri di inoltrare la notifica almeno otto giorni prima di iniziare il lavoro in Svizzera.

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