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ZURIGOProcesso Dignitas, la corte rifiuta la sospensione

18.05.18 - 11:43
Il difensore aveva chiesto di interrompere il processo per insufficienza dell'atto di accusa. Il procuratore ha definito la richiesta dell'avvocato un «fumogeno giuridico di prima categoria»
Keystone
Processo Dignitas, la corte rifiuta la sospensione
Il difensore aveva chiesto di interrompere il processo per insufficienza dell'atto di accusa. Il procuratore ha definito la richiesta dell'avvocato un «fumogeno giuridico di prima categoria»

USTER - L'avvocato di Ludwig A. Minelli ha tentato oggi invano di ottenere una sospensione del processo apertosi davanti al Tribunale distrettuale di Uster, nel quale il presidente e fondatore dell'associazione Dignitas è accusato di ripetuta istigazione al suicidio e usura.

L'imputazione è «sotto molti aspetti altamente discutibile», ha affermato il difensore a sostegno della sua richiesta di interrompere il processo per insufficienza dell'atto di accusa. L'avvocato ha sostenuto tra l'altro che il pubblico ministero non ha approfondito la questione della capacità di giudizio delle persone che l'organizzazione di assistenza al suicidio diretta da Minelli ha aiutato a morire. Egli ha inoltre chiesto che un contabile esamini ancora una volta i flussi di denaro di Dignitas perché a suo avviso il controllo fatto finora non è stato accurato. Il tribunale non ha però condiviso il suo parere e ha rifiutato l'istanza della difesa. Il processo può così continuare.

Il procuratore ha definito la richiesta dell'avvocato un «fumogeno giuridico di prima categoria» mirante a impedire che il tribunale affronti le importanti domande alle quali è chiamato a rispondere - per la prima volta in Svizzera - in questo processo. In particolare: quanto è lecito che costi un suicidio assistito?

Il pubblico ministero accusa l'85enne Minelli e la sua organizzazione di aver agito a scopo di lucro in relazione alla morte di tre cittadine tedesche che si erano rivolte a Dignitas nel 2003 e nel 2010, incassando molto più del dovuto.

Per il procuratore è chiaro quale sia il piano dell'avvocato: «Vuole ottenere che il primo caso del 2003 vada in prescrizione». Questa è prevista tra soli due mesi. Minelli non incorrerebbe più in alcuna pena dunque, almeno per questo caso. Nel 2003 Dignitas aveva accompagnato alla morte una 80enne che aveva in precedenza lasciato in eredità all'organizzazione 100'000 franchi. Stando all'atto d'accusa, i costi effettivi di un suicidio assistito dovrebbero essere di poche migliaia di franchi.

La Procura chiede per Ludwig Minelli una pena pecuniaria con la condizionale di 360 aliquote giornaliere da 180 franchi, ossia 64'800 franchi in tutto, e propone un periodo di prova di due anni. Al presidente e fondatore di Dignitas dovrebbero inoltre essere accollate una multa di 7500 franchi e le spese giudiziarie.

L'aiuto al suicidio è di principio legale in Svizzera. Tuttavia non se è prestato «per motivi egoistici». Chiunque con tali intenti istighi qualcuno a togliersi la vita o gli presti aiuto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria, prevede l'articolo 115 del Codice penale.

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