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VALLESEL'aggressore con l'ascia ritorna in carcere

23.03.18 - 16:01
Un uomo accusato di aver aggredito una pensionata nel luglio 2014 a Martigny è stato di nuovo arrestato dopo una sentenza del Tribunale federale che ne ha annullato il proscioglimento
L'aggressore con l'ascia ritorna in carcere
Un uomo accusato di aver aggredito una pensionata nel luglio 2014 a Martigny è stato di nuovo arrestato dopo una sentenza del Tribunale federale che ne ha annullato il proscioglimento

SION - Un uomo accusato di aver aggredito una pensionata con un'ascia nel luglio 2014 a Martigny, nel basso Vallese, è stato di nuovo arrestato dopo una sentenza del Tribunale federale che nei giorni scorsi ne ha annullato il proscioglimento.

L'arresto è avvenuto nel canton Vaud, annuncia la polizia cantonale vallesana in una nota diramata oggi. Tocca ora al Tribunale cantonale procedere a un'audizione per decidere sulla sua sorte fino a un nuovo processo, afferma il comunicato, aggiungendo che fino ad allora non saranno più fornite informazioni al riguardo.

Con una sentenza datata 14 marzo ma pubblicata solo mercoledì 21, il Tribunale federale ha cassato la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale cantonale vallesano rimandando il caso a questa corte per un nuovo giudizio.

L'uomo, un francese di 32 anni che ha sempre proclamato la sua innocenza, era stato condannato nell'estate 2016 a sette anni di reclusione per tentato omicidio intenzionale dal Tribunale distrettuale di Martigny, ma il Tribunale cantonale lo ha prosciolto - l'annuncio della sentenza è stato dato il primo febbraio 2017 - a causa dell'insufficienza di prove relative alla sua presenza nel luogo in cui si è verificata l'aggressione.

L'anziana donna, che all'epoca aveva 78 anni, era stata aggredita il 22 luglio 2014 da uno sconosciuto che era poi fuggito mentre stava passeggiando con il cane nelle vicinanze del cimitero di Martigny, al limitare di un bosco.

Il Tribunale cantonale ha giustificato l'assoluzione rilevando che la pensionata ha sempre esitato a indicare l'indiziato francese dietro un vetro e sulla base di fotografie. Altro argomento della corte: la donna aveva parlato di un aggressore di oltre 40 anni, mentre l'imputato aveva 28 anni nel 2014. La pensionata, infine, ha descritto un uomo dall'andamento agile e dinamico, mentre il francese zoppica in modo percettibile da quando ha subito un ictus all'età di tre anni.

Date le circostanze, i giudici cantonali hanno deciso di applicare all'imputato il principio "in dubio pro reo" e gli hanno assegnato un indennizzo per torto morale di 120'000 franchi per la detenzione subita dal giorno dell'aggressione.

Nella sua recente sentenza il Tribunale federale, chiamato a pronunciarsi su ricorsi della donna e del pubblico ministero, constata invece che la vittima per tre volte aveva designato l'accusato quale suo aggressore. Pur non mostrandosi mai categorica nella sua versione dei fatti, non le si può negare credibilità avendo detto già in primo grado che l'accusato era il suo aggressore.

Quanto all'età indicata come superiore ai 40 anni, si è trattato di una percezione propria. Non è pertinente, secondo la suprema corte di Losanna, che il tribunale cantonale vallesano abbia considerato che l'imputato non avesse l'apparenza di un uomo sulla quarantina.
 

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