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BERNAIl TAF contro il ricorso del funzionario DDPS: «Contestava il controllo di sicurezza»

23.03.18 - 12:38
L'interessato ha rifiutato l'accesso alle sue dichiarazioni d'imposta consegnando unicamente attestati indicanti che la sua situazione fiscale era a posto
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Il TAF contro il ricorso del funzionario DDPS: «Contestava il controllo di sicurezza»
L'interessato ha rifiutato l'accesso alle sue dichiarazioni d'imposta consegnando unicamente attestati indicanti che la sua situazione fiscale era a posto

BERNA - Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha respinto il ricorso di un dipendente del Dipartimento federale della difesa (DDPS) che contestava un controllo di sicurezza nei suoi riguardi. L'uomo si era rifiutato di concedere l'accesso ai suoi dati fiscali.

Funzionario dal 2011 allo Stato Maggiore dell'esercito, nel marzo 2016 il ricorrente era stato sottoposto a un cosiddetto "controllo di sicurezza relativo alle persone (CSP) ampliato", una misura preventiva applicata a coloro che svolgono "funzioni sensibili sotto il profilo della sicurezza" e che hanno accesso a informazioni, materiali o impianti classificati. In questo ambito, il servizio competente gli aveva chiesto di poter accedere alle sue dichiarazioni d'imposta dal 2011, sciogliendo le autorità fiscali dal segreto d'ufficio.

L'interessato ha rifiutato e ha consegnato unicamente attestati indicanti che la sua situazione fiscale era a posto. Nel maggio 2017, il servizio di controllo ha fatto sapere di non poter valutare il funzionario in mancanza di informazioni sufficienti. L'uomo si è rivolto al TAF, chiedendo una decisione di principio.

Nel suo ricorso, sosteneva che un'inchiesta presso le autorità fiscali è contraria alla legge e non è proporzionata né necessaria. Egli riteneva in particolare di non essere tenuto a precisare in quali banche avesse conti o in quali azioni investisse il suo denaro.

Nella sentenza pubblicata oggi, ancora passibile di un ricorso al Tribunale federale di Losanna, il TAF gli dà però torto. Il tribunale sangallese rileva che il tradimento di una persona che occupa una posizione chiave in seno allo Stato costituisce una delle minacce più gravi per la sicurezza interna. Queste persone - aggiunge - non devono essere vulnerabili e lo scopo del CSP è di scoprire eventuali manchevolezze.

Rifacendosi alla legislazione sulla sicurezza della Confederazione, il TAF constata che, vista la sua funzione, il ricorrente va sottoposto a un CSP ampliato, in cui si raccolgono ulteriori informazioni rispetto a quelle di un normale controllo personale. Esso rileva che il servizio preposto al controllo non può partire dal principio che le dichiarazioni dell'interessato siano sempre conformi alla verità. Nel caso concreto, il servizio aveva valutato che numerosi elementi riguardanti la situazione finanziaria del funzionario meritassero chiarimenti.

Il CSP effettuato al momento della sua entrata in servizio nel 2011 aveva rilevato che l'uomo era stato tassato d'ufficio nel 2008 perché non aveva inoltrato la sua dichiarazione d'imposta in tempo. Inoltre, investiva in borsa dal 1999 e i titoli non apparivano nel suo patrimonio. Infine, disponeva di conti presso banche in Romania e in Austria.

Il TAF nota che il CSP ampliato imposto al ricorrente deve imperativamente rendere plausibile le sue dichiarazioni sulla propria situazione finanziaria. Né i documenti prodotti, ne l'audizione da parte del servizio di controllo consentono una verifica.

Sempre secondo il TAF, il controllore non poteva escludere di primo acchito che la resistenza del dipendente indicasse l'intenzione di nascondere qualcosa.

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