Un cucciolo di 3 mesi è stato sequestrato dai funzionari della dogana all'aeroporto di Zurigo. Nonostante i suoi vaccini e i documenti fossero in ordine
ZURIGO - «Mia sorella non ha nemmeno potuto dire arrivederci a Leo, il suo bichon maltese», racconta a 20 Minuten A. Durmic*. Secondo il giovane, i doganieri all'aeroporto di Kloten (ZH) hanno sequestrato il suo cucciolo di 3 mesi all'arrivo in Svizzera per questioni sanitarie. «Tutta la famiglia non vedeva l'ora di vederlo».
I fatti sono avvenuti martedì. La sorella era tornata in Svizzera dopo un soggiorno in Bosnia. Prima di atterrare a Zurigo, aveva fatto uno scalo in Serbia.
«Ci siamo informati correttamente» - Contattato, l'Ufficio federale per la sicurezza alimentare e gli affari veterinari (UAVV) conferma che il cucciolo è stato sequestrato martedì sera e che è stato posto in quarantena. «Se non lasceremo il Paese con Leo entro 60 giorni, sarà ucciso con un'iniezione», si preoccupa Durmic.
Due giorni dopo l'accaduto la famiglia è ancora in agitazione. L'allevatore in Bosnia ha adottato tutte le misure necessarie affinché il cane potesse entrare in Svizzera senza problemi. I vaccini di Leo e i suoi documenti sono in ordine. Il cane possiede un passaporto valido. «Abbiamo seguito tutto l'iter», spiegano.
Serbia, un paese a rischio - Insomma, i Durmic hanno pensato davvero a tutto... o quasi. Ciò che ha causato il problema è stato lo scalo in Serbia prima di atterrare a Kloten. La Serbia è considerata un paese ad alto rischio per la rabbia. «Se mia sorella fosse venuta direttamente dalla Bosnia senza fermarsi, non ci sarebbero stati problemi».
La portavoce dell'USAV, Nathalie Rochat conferma: «Poiché la Serbia è un paese a rischio per la rabbia, i cani devono avere almeno 7 mesi quando entrano in Svizzera. Non devono essere solo vaccinati, ma devono aver superato anche un test anticorpale. E questo processo richiede un po' di tempo». Nathalie Rochat aggiunge che è essenziale attenersi alle normative in vigore e seguirle alla lettera: «La rabbia è molto pericolosa per la popolazione».
Eppure, tutta questa storia dovrebbe concludersi con un lieto fine. «Mia sorella lascerà la Svizzera con Leo la prossima settimana e tornerà con un volo diretto dalla Bosnia o dalla Croazia. Tutto dovrebbe filare liscio».
* Nome noto alla redazione