A tanto ammonta il costo delle operazioni a seguito della valanga caduta venerdì scorso nel Vallese centrale. Le ricerche sono state ora interrotte
RIDDES - Manca ormai all’appello solo una - un vodese di 57 anni - delle quattro persone disperse da venerdì scorso nel Vallese centrale a causa di una grossa valanga caduta nel Vallon d’Arbi. Nei giorni scorsi, i soccorritori in azione sul posto hanno dissepolto dalla neve tre corpi, l’ultimo dei quali - un cittadino francese di 32 anni - individuato poco più di 24 ore fa.
Più si prolungano le ricerche, più le speranze di individuare qualcuno si fanno sempre più flebili, fino al momento in cui i familiari sono chiamati a prendere la più dura e delicata delle decisioni: ovvero quella di interrompere tutto (decisione che come comunicato dalla stessa polizia vallesana è caduta questa sera). Un momento di per sé già molto difficile da gestire, al quale - spiega 24 Heures - si aggiunge la questione dei costi.
Una fattura da 100’000 franchi - Trascorso un certo intervallo di tempo, i costi delle ricerche non sono infatti più coperti dalle assicurazioni. E nel caso di Riddes - per il quale sono stati mobilitati 5 elicotteri, diversi gatti delle nevi e decine di persone - la fattura potrebbe superare la soglia dei 100’000 franchi. «Nel caso di Suva, i costi sono presi a carico fino a quando restano permangono le speranza di ritrovare qualcuno in vita», ha spiegato il portavoce del gruppo al quotidiano vodese.
In generale, è bene essere tutelati correttamente. Per le persone salariate, l’assicurazione base contro gli infortuni copre in principio questi costi. Il discorso è diverso invece per chi sottostà unicamente alla copertura dell’assicurazione di base contro le malattie, che prevede il rimborso di metà dei costi, fino a 5000 franchi all’anno. Vi sono poi le assicurazioni complementari, che possono coprire in modo variabile i costi. E infine organizzazioni come la Rega che coprono di propria tasca i costi nei confronti dei propri donatori.
«Non si abbandona nessuno» - Il calcolo dei rischi rimane in ogni caso decisivo nel determinare il prosieguo delle ricerche. «L’obiettivo principale è sempre quello di assicurarci di fare ritorno a casa», ha spiegato Pascal Gaspoz, capo-guida di Air-Glaciers. Un’eventuale rinuncia, per motivi economici, da parte dei familiari di un disperso non è poi sinonimo di interruzione dei soccorsi. «La Polizia cantonale non abbandona nessuno e le nostre prestazioni sono gratuite» ha sottolineato il portavoce Stève Léger, precisando che regolari controlli vengono svolti anche una volta interrotte le ricerche.