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VAUDAnche il Tribunale federale dice "no" a Sperisen

07.02.18 - 14:57
Rifiutata la domanda di ricusazione. L'ex capo della polizia del Guatemala Erwin Sperisen sarà nuovamente giudicato dalla presidente della Camera penale d'appello e di revisione di Ginevra
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Anche il Tribunale federale dice "no" a Sperisen
Rifiutata la domanda di ricusazione. L'ex capo della polizia del Guatemala Erwin Sperisen sarà nuovamente giudicato dalla presidente della Camera penale d'appello e di revisione di Ginevra

LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) rifiuta a sua volta la domanda di ricusazione presentata dall'ex capo della polizia del Guatemala Erwin Sperisen nei riguardi della presidente della Camera penale d'appello e di revisione di Ginevra. Sarà dunque quest'ultima a giudicare nuovamente il binazionale svizzero e guatemalteco.

Il terzo processo nei riguardi del 47enne - condannato nel luglio 2015 all'ergastolo per aver partecipato direttamente o indirettamente all'esecuzione extragiudiziale di dieci detenuti in Guatemala - si terrà come previsto a Ginevra dal 16 aprile.

I legali dell'ex alto ufficiale di polizia avevano messo in dubbio l'imparzialità della presidente della Camera Alessandra Cambi-Bulle, denunciando le dichiarazioni da lei fatte, secondo cui la prospettiva di una condanna era «verosimile», considerate le accuse mosse nei riguardi del loro assistito.

Nella sentenza pubblicata oggi, il TF rileva che la presidente «non ha emesso un'opinione definitiva» e si è limitata ad evocare l'eventualità di una condanna. Nulla nella sentenza emessa nei riguardi di Sperisen consente di dimostrare che la giudice non sia in grado di condurre il terzo processo a cui sarà sottoposto il 47enne, sottolineano i giudici federali.

I difensori dell'ex capo della polizia guatemalteca ritengono invece che la giudice debba essere ricusata, «ma le conseguenze di una simile decisione sarebbero troppo importanti nel nostro microcosmo giudiziario», osservano Florian Baier e Giorgio Campa, precisando che Sperisen sta esaminando la possibilità di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

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