Cerca e trova immobili

SOLETTAPedofilo recidivo assolto e risarcito per un vizio di forma

11.01.18 - 18:11
Il quarantenne era stato "pizzicato" a consumare materiale pedopornografico e persino a pagare per vedere sesso tra genitori e figli minorenni. Rischiava quattro anni e invece è libero
Pedofilo recidivo assolto e risarcito per un vizio di forma
Il quarantenne era stato "pizzicato" a consumare materiale pedopornografico e persino a pagare per vedere sesso tra genitori e figli minorenni. Rischiava quattro anni e invece è libero

SOLETTA - H. amava chattare con adolescenti per incitarli a compiere atti sessuali davanti alla webcam. Gli piaceva anche guardare pornografia infantile. E pure pagare per guardare spettacoli di sesso dal vivo con minori. Ma nonostante abbia confessato tutto ciò, un tribunale non ha potuto che assolvere il solettese, come riporta il "Blick".

Smascherato dai suoi pagamenti online - Tutto è iniziato nel 2010 con una prima condanna per il consumo di pornografia "dura", contenente atti sessuali violenti o che coinvolgevano bambini e animali. Nel 2012, H. è stato nuovamente pizzicato a chattare con minorenni di Londra. Si spogliava di fronte alla webcam e si masturbava sotto gli occhi dei minori prima di costringerli a fare lo stesso. Nel 2013, il quarantenne, che vive nel canton Soletta, va ancora oltre. Sempre tramite Internet, si mette in contatto con persone che propongono, dietro compenso, spettacoli di sesso dal vivo con i propri figli. H. paga tra i 10 e i 30 dollari per spettacolo. Questo gli permette non solo di guardare le scene trasmesse dal vivo, ma anche di dare istruzioni tramite chat.

Nessun avvocato durante gli interrogatori - Il quarantenne è comparso lunedì davanti alla giustizia solettese con l'accusa di atti sessuali con bambini e atti sessuali commessi su persone incapaci di discernimento o di opporre resistenza. Il ministero pubblico ha chiesto una pena detentiva di quattro anni, mentre l'avvocato difensore ha chiesto l'assoluzione del suo cliente, affermando che le prove utilizzate contro il proprio cliente non sono utilizzabili. 

Il motivo? H. non ha avuto diritto a un avvocato durante il primo e il secondo interrogatorio. Tuttavia, il codice di procedura penale lo richiede quando il sospettato rischia una condanna a una pena detentiva superiore a un anno. Conseguenza: le confessioni del quarantenne e le prove non possono essere ammesse durante il processo.

Il ministero pubblico ha cercato, senza successo, di spiegare che all'inizio delle indagini la portata del caso non era ancora nota. Motivo per cui nessuno poteva supporre che H. avrebbe rischiato oltre un anno di carcere. Alla fine, tuttavia, la giustizia solettese non ha potuto far altro che assolvere H. Come se non bastasse ha dovuto pure concedergli un risarcimento di 25.000 franchi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE