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VAUD«Ho 23 anni e ho ucciso mio nonno», l’accusa chiede 14 anni per lui e l'ergastolo per la madre

21.09.17 - 14:39
Il procuratore: «Hanno agito nel pieno disprezzo della vita altrui». La difesa chiede che il giovane sia accusato di omicidio e non di assassinio
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«Ho 23 anni e ho ucciso mio nonno», l’accusa chiede 14 anni per lui e l'ergastolo per la madre
Il procuratore: «Hanno agito nel pieno disprezzo della vita altrui». La difesa chiede che il giovane sia accusato di omicidio e non di assassinio

VEVEY - L’emozione era al culmine giovedì mattina nell’aula del tribunale di Vevey. Dal banco, il 23enne che, su istigazione della madre - complice -, ha ucciso il proprio nonno nel 2014 a Villeneuve ha rilasciato una testimonianza estremamente toccante. «Ogni secondo trascorso in prigione l’ho passato pensando a mio nonno. Ho 23 anni e l’ho ucciso. È ciò che ho fatto, e mi odio per questo», ha dichiarato in lacrime il giovane, con una voce che lasciava trasparire grande sincerità.

Durante l’udienza il ragazzo ha reso omaggio a quell’uomo a cui ha strappato la vita. A quel nonno, che lo aspettava all’uscita della scuola e che si è occupato di lui durante i fine settimana - da quando aveva solo 6 anni fino ai 14 - il 23enne dedica gli studi iniziati dietro le sbarre. «Ho conseguito la mia maturità in carcere per lui. Voglio fare passi avanti nella mia vita, per lui. E provo un odio immenso nei confronti di mia madre. Ho tagliato ogni ponte con lei. Ora penso per conto mio. Mio nonno non era un vigliacco», ha proseguito l’imputato.

L’autrice del parricidio, dal canto suo, si è detta pentita per aver «commesso un atto orribile». Ha raccontato il calvario di essere una donna trascurata da un marito bisessuale, che si è suicidato in un ospedale psichiatrico, ammettendo di essere stata una madre rude e violenta. «Spero che mio figlio possa trovare una compagna e avere una vita più felice di quella che abbiamo avuto io e mio marito. Più felice di quella dei genitori di suoi padre e di suo nonno e sua nonna», ha concluso affranta la donna.

Il pentimento non ha però scosso il procuratore Hervé Nicod, che ha sottolineato come la donna e il figlio abbiano agito «in modo organizzato e pianificato, nel pieno disprezzo della vita altrui». Il magistrato ha richiesto la prigione a vita per la madre del ragazzo, complice ed istigatrice dell’assassinio di suo padre. Più mite la richiesta nei confronti del 23enne: rilevata la buona condotta e gli sforzi intrapresi a livello scolastico durante la carcerazione preventiva, Nicod ha proposto una pena di 14 anni.

«Omicidio, non assassinio» - Al termine della requisitoria, l’avvocato difensore del 23enne ha chiesto alla corte di convertire l’ipotesi di reato da assassinio a omicidio. In cuor suo, il legale si è detto sicuro che sia il procuratore che i giudici in fondo siano convinti di non aver di fronte a loro un assassino quanto piuttosto un ragazzo che si trovava sotto il giogo della madre. «Considerate le circostanze eccezionali, chiedo che la pena sia bassa. La giustizia deve capire e dare una mano a chi la merita», ha dichiarato il difensore. Un'arringa che ha generato un applauso spontaneo da parte del pubblico presente in aula.

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