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ZURIGOOmicidio di Seefeld, possibile svolta nell'inchiesta

11.05.17 - 12:01
Inquisito un uomo che già si trovava in carcere. Il presunto omicida chiese la sua liberazione in una lettera anonima due giorni prima del delitto
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Omicidio di Seefeld, possibile svolta nell'inchiesta
Inquisito un uomo che già si trovava in carcere. Il presunto omicida chiese la sua liberazione in una lettera anonima due giorni prima del delitto

ZURIGO - Svolta nell'inchiesta sull'omicidio del 42enne ucciso a pugnalate il 30 giugno 2016 a Zurigo su una strada del quartiere di Seefeld. Un uomo che già si trovava in carcere, dove ha conosciuto il presunto autore 23enne del delitto, è a sua volta inquisito.

Il ruolo da lui svolto nell'omicidio e in relazione ad eventuali altri delitti deve ancora essere chiarito, ha reso noto oggi la Procura generale del canton Zurigo. L'uomo è finito sotto inchiesta sulla base di dichiarazioni fatte dal 23enne che nel frattempo ha parzialmente ammesso gli addebiti.

La lettera anonima - A quanto hanno reso noto gli inquirenti, le indagini si concentrano in particolare su una lettera anonima scritta il 28 giugno 2016 - due giorni prima del delitto - e indirizzata al Gran consiglio zurighese.

Nella lettera, che il 23enne ha ammesso di aver scritto dopo la fuga dal penitenziario Pöschwies (ZH), si chiedeva la liberazione dell'altro uomo incarcerato. In caso contrario ci sarebbero stati dei morti.

I contorni della vicenda sembrano ancora alquanto confusi. Tobias K. - il presunto autore arrestato lo scorso 18 gennaio dalla polizia bernese, dopo più di sei mesi di latitanza - avrebbe infatti sostenuto nella lettera di figurare a sua volta fra le possibili vittime di un delitto.

Secondo il "Blick", che alla vicenda dedica oggi un articolo a piena pagina, l'uomo conosciuto da Tobias K. nel carcere di Pöschwies è un cittadino lituano di 36 anni che nell'estate del 2012 aveva cercato di ricattare le autorità di Zurigo con diverse lettere in cui chiedeva di farsi consegnare 100 milioni di franchi, minacciando in caso contrario di far esplodere delle bombe all'interno di scuole, asili o all'aeroporto di Zurigo. Il lituano sta scontando una condanna a 8 anni di carcere e aveva ricattato anche l'industriale Thomas Schmidheiny.

Un'altra novità messa in risalto dal quotidiano zurighese riguarda l'identità della vittima: il 42enne che nel primo pomeriggio del 30 giugno 2016 chiese aiuto ad una passante, prima di stramazzare a terra e morire era un informatico che lavorava presso il vicino giardino botanico. Tobias K. non lo conosceva ed avrebbe scelto la sua vittima a caso.

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