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LUCERNA«I bambini si contorcevano e sudavano, lottavano per la loro vita»

02.05.17 - 18:55
Il racconto di una degli eroici soccorritori della famiglia avvelenata dal CO2 nel tunnel del Sonnenberg, la polizia: «In molti hanno guidato oltre»
20MIN/POLCA LU
«I bambini si contorcevano e sudavano, lottavano per la loro vita»
Il racconto di una degli eroici soccorritori della famiglia avvelenata dal CO2 nel tunnel del Sonnenberg, la polizia: «In molti hanno guidato oltre»

LUCERNA - «In un primo momento ho pensato si trattasse di un normale incidente stradale», racconta a 20 Minuten Clauda Kürschner. La donna stava percorrendo il tunnel del Sonnenberg in compagnia del suo figlioccio, la strada – ricorda – procedeva solo su di una corsia.

Il motivo: un'auto ferma sulla carreggiata. Uno sguardo nello specchietto retrovisore ed ecco apparire il volto esanime delle persone nei sedili anteriori: «In quel momento ho capito che era successo qualcosa di ancora più grave, entrambi erano completamente privi di espressione», colpa di una bombola di CO2 difettosa che aveva disperso il gas nell'abitacolo.

La donna ha quindi deciso di fermare la vettura e scendere lasciando in macchina il bambino. Quando è arrivata nei pressi della macchina già un'altra persona era all'opera per soccorrere la famiglia. Ad avvisare della presenza dei bambini uno dei due genitori sul filo della coscienza: «Se non ce lo avessero detto probabilmente non li avremmo visti».

Spalancate le portiere i bambini giacevano in preda alle convulsioni: «Non ho mai visto niente del genere, tremavano e sudavano», ricorda la donna con grande emozione, «si vedeva che stavano lottando per le loro vite».

A prestare soccorso, alla fine, si sono fermati in cinque: «Poi è arrivata anche l'ambulanza, sembrava passato tantissimo tempo ma in realtà è stata solo questione di minuti. Probabilmente è colpa dell'adrenalina».

Un aiuto fondamentale quello dei provvidi eroi della strada che è comunque giunto «diversi minuti dopo l'incidente», ha confermato la polizia di Lucerna. In diversi, infatti, avrebbero semplicemente guidato oltre. «È una gran tristezza», commenta la Kürschner che puntualizza: «il nostro è stato un lavoro d'équipe, da soli non ce l'avremmo mai fatta».

Claudia è già tornata a lavorare, si occupa di un'agenzia di viaggi: «Parlare di quello che è successo mi aiuta», conferma. Un'esperienza che rimarrà a lungo indelebile nella sua memoria: «Certamente sarà difficile da dimenticare, non oso immaginare come debba sentirsi quella famiglia».

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