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GINEVRAVotò due volte, giornalista condannato per frode elettorale

04.04.17 - 17:13
Il cronista aveva realizzato un servizio televisivo per denunciare le pecche del sistema di voto elettronico nel canton Ginevra
Keystone archivio
Votò due volte, giornalista condannato per frode elettorale
Il cronista aveva realizzato un servizio televisivo per denunciare le pecche del sistema di voto elettronico nel canton Ginevra

GINEVRA - Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha condannato un giornalista romando a una pena pecuniaria di due aliquote giornaliere di 200 franchi ciascuna sospesa con la condizionale per frode elettorale.

L'uomo - che dovrà farsi carico anche di 2500 franchi di spese processuali - aveva votato due volte il 3 marzo 2015 e aveva poi realizzato un servizio televisivo per denunciare le pecche del sistema di voto elettronico nel cantone di Ginevra.

Il 47enne, cronista della radiotelevisione romanda RTS, aveva lasciato all'inizio del 2015 il suo domicilio in Francia per stabilirsi a Ginevra e aveva ricevuto due volte il materiale di voto concernente i temi cantonali e federali dell'8 marzo 2015: la prima come svizzero all'estero, la seconda come cittadino residente nel cantone.

L'imputato sapeva che votare più di una volta rappresenta un delitto penale: «è espressamente ricordato nei documenti di voto forniti agli elettori», sottolinea il TPF in un comunicato odierno. Da parte sua il giornalista si è detto convinto che il sistema informatico avrebbe rifiutato il secondo voto e ha affermato di essere rimasto stupito quando ciò non era invece avvenuto.

Secondo i giudici l'accusato «considerava molto possibile che il sistema informatico non avrebbe bloccato il suo secondo voto». Dopo essersi reso conto della falla nel sistema il giornalista aveva annunciato alla Cancelleria cantonale che avrebbe trattato il tema in un servizio per la RTS, e ha basato il suo reportage diffuso il 9 marzo proprio su questo elemento.

In favore del reporter - scrive il TPF nella sentenza pubblicata oggi - gioca tuttavia il fatto che l'uomo si sia rivolto alla Cancelleria ginevrina meno di tre ore dopo aver votato.

Tre settimane dopo la Cancelleria cantonale lo aveva tuttavia denunciato per frode fiscale. Il Ministero pubblico della Confederazione - cui è stato poi trasmesso il caso - nel novembre 2016 gli aveva inflitto una condanna a 10 aliquote giornaliere da 180 franchi sospese con la condizionale e a 360 franchi di multa. Condanna che era stata contestata.

La questione centrale era di determinare se un problema d'interesse pubblico doveva essere rivelato o se questo infrangeva semplicemente la legge. Secondo la Corte se il reportage rappresenta un interesse pubblico non era né necessario né utile che l'imputato «esercitasse effettivamente due volte il diritto di voto per via elettronica».

Avrebbe potuto scegliere altri mezzi per realizzare il suo reportage su una probabile pecca del sistema senza violare la legge. Il risultato della votazione non è stato manipolato ma l'integrità dello scrutinio è stata minacciata.

Contro la sentenza può essere fatto ricorso entro 30 giorni.

La RTS ha comunicato di non aver ancora preso una decisione, ma «si rammarica di una sentenza che limita il diritto dei media a informare il pubblico e ostacola il lavoro di inchiesta giornalistica». «Dimostrando una falla nel sistema di voto elettronico ginevrino, il giornalista ha svelato un problema che presenta un interesse pubblico maggiore», sottolinea la RTS.
 
 

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