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ZURIGOFifa, perquisizioni presso l'ex segretario generale Urs Linsi

30.11.16 - 12:36
Le indagini sono legate all'inchiesta che vede coinvolto Franz Beckenbauer e l'attribuzione del Mondiale 2006 alla Germania
Fifa, perquisizioni presso l'ex segretario generale Urs Linsi
Le indagini sono legate all'inchiesta che vede coinvolto Franz Beckenbauer e l'attribuzione del Mondiale 2006 alla Germania

ZURIGO - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha eseguito una settimana fa diverse perquisizioni nella Svizzera tedesca in luoghi riconducibili all'ex segretario generale della Fifa Urs Linsi. Le indagini sono legate all'inchiesta che vede coinvolto Franz Beckenbauer.

L'MPC non ha voluto precisare dove siano avvenute le perquisizioni, che risalgono al 23 novembre, ma ha confermato una notizia del portale d'inchiesta "Inside Paradeplatz", secondo cui le indagini riguardano l'ex alto funzionario della Fifa.

Urs Linsi, 67 anni, è stato funzionario della Fifa dal 1999 al 2007, prima in qualità di direttore finanziario e dal 2002 come segretario generale.

Gli inquirenti svizzeri avevano assicurato un anno fa la loro collaborazione con la procura tedesca di Francoforte, che sta indagando sui sospetti di corruzione legati all'attribuzione del Mondiale di calcio del 2006 alla Germania.

Gli investigatori vogliono chiarire dove siano andati 6,7 milioni di euro che gli organizzatori di quel Mondiale versarono alla Fifa, nell'aprile 2005, per l'organizzazione di una festa di gala che non ha mai avuto luogo.

Fra gli indagati figurano, oltre all'ex presidente del comitato d'organizzazione del Mondiale 2006, Franz Beckenbauer, il vicepresidente del comitato, Horst Rudolf Schmidt, nonché gli ex presidenti della federazione tedesca di calcio DFB, Theo Zwanziger e Wolfgang Niersbach.

Gli ex funzionari sono sospettati di truffa, riciclaggio di denaro, amministrazione infedele e appropriazione indebita. Diverse perquisizioni sono già state eseguite un anno fa in Germania e in Austria.

La vicenda era stata rivelata il 16 ottobre di un anno fa dal settimanale tedesco Spiegel, secondo cui il comitato di candidatura tedesco costituì una "cassa nera" per comprare voti.

 
 

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