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SOLETTARilasciato il piromane della Cattedrale

26.10.16 - 12:22
Il Tribunale amministrativo cantonale ha accolto il ricorso del 66enne svizzero che nel 2011 aveva dato fuoco alla chiesa di Soletta
Rilasciato il piromane della Cattedrale
Il Tribunale amministrativo cantonale ha accolto il ricorso del 66enne svizzero che nel 2011 aveva dato fuoco alla chiesa di Soletta

SOLETTA - L'uomo, uno svizzero oggi 66enne, che nel gennaio 2011 aveva appiccato il fuoco nella cattedrale di Soletta è stato rilasciato. Il Tribunale amministrativo cantonale ha accolto il suo ricorso.

Le condizioni per ordinare un «ricovero a scopo di assistenza» non sono adempite, afferma il tribunale nella sentenza emessa ieri e pubblicata su internet. Il ricorrente è stato dunque immediatamente rilasciato dalla prigione per la carcerazione preventiva di Olten dove si trovava temporaneamente. Ha lasciato il carcere ieri pomeriggio poco dopo le 16.15, documenta il "Blick" con una foto nell'edizione odierna.

Secondo il tribunale il ricovero a scopo di assistenza non è il mezzo idoneo per proteggere la popolazione, sebbene sia incontestato che l'uomo soffre di turbe psichiche. Esso serve infatti innanzitutto a proteggere una persona da sé stessa.

L'Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA/KESB) di Olten può ancora ricorrere contro la sentenza al Tribunale federale di Losanna.

Quest'ultimo aveva già sentenziato all'inizio di ottobre che l'uomo andava rilasciato, giudicando che un internamento deciso «a posteriori» non è ammissibile e confermando in tal mondo una disposizione del Tribunale superiore solettese.

Il 66enne, che lo scorso 19 ottobre aveva dato fuoco anche alla cella del carcere preventivo di Olten ed era stato ricoverato in ospedale per accertamenti, il 4 gennaio 2011 aveva versato circa 20 litri di benzina sull'altare principale della cattedrale di Soletta e sul tappeto sottostante. Quindi aveva appiccato il fuoco ed era rimasto all'interno della chiesa ad aspettare l'arrivo della polizia e dei pompieri. I danni erano stati valutati a tre milioni e mezzo di franchi, soprattutto a causa del fumo.

«Volevo causare danni ingenti per scuotere la popolazione e destare scalpore», «è stato un atto artistico per rendere il popolo attento alle ingiustizie», aveva dichiarato l'imputato al processo tenutosi nel settembre successivo, quando è stato condannato a 14 mesi di detenzione da espiare.

L'uomo non è però andato in prigione ma è stato trasferito in una clinica psichiatrica chiusa, dove, secondo il tribunale di prima istanza, avrebbe dovuto rimanere fino a quando gli interventi terapeutici non avessero dato buon frutto. L'uomo, che nel 2009 aveva già tentato di far deragliare un treno a Olten, si è però opposto con forza ad ogni terapia.

Nel dicembre 2015 il tribunale distrettuale di Soletta-Lebern, su richiesta della Procura, ne ha disposto l'internamento per mancata cooperazione, ritenendo alto il pericolo di recidiva. Il 12 agosto scorso il Tribunale superiore solettese, accogliendo un ricorso del piromane, si è tuttavia pronunciato per il rilascio dalla clinica psichiatrica, ritenendo non soddisfatte le condizioni di internamento.

All'inizio di ottobre il Tribunale federale ha confermato questa sentenza e ha disposto il rilascio dell'uomo, temporaneamente richiuso nella prigione di Olten per la carcerazione preventiva, entro sette giorni.

Ma così non è stato. L'APMA di Olten, allertata dalla Procura, ha chiesto e ottenuto con un'azione di diritto civile, indipendente dal procedimento penale, che l'uomo fosse mantenuto in guardina fino a che fosse trovato per lui un contesto di assistenza adeguato. Una decisione ora bocciata dal Tribunale amministrativo che ha confermato la decisione di rilascio.

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