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SAN GALLOFreddato in pieno centro di San Gallo, ecco la vittima

13.05.16 - 15:22
Si chiamava Haki Spahiu, aveva 42 anni e in Svizzera lavorava probabilmente in nero
Nella foto Spahiu Haki, la vittima
Freddato in pieno centro di San Gallo, ecco la vittima
Si chiamava Haki Spahiu, aveva 42 anni e in Svizzera lavorava probabilmente in nero

SAN GALLO - La polizia cantonale di San Gallo ha reso pubblica l'identità del 42enne ucciso giovedì mattina, 12 maggio 2016, nel centro di San Gallo, all'altezza di Webergasse numero 12.

Vittima degli spari è Haki Spahiu, un kosovaro che abitava in una stanza del centro città, non lontano dal luogo in cui è stato ucciso.

L'omicida ha aspettato la vittima sotto casa - Secondo la polizia sangallese, l'uomo viveva già da qualche tempo a San Gallo. L'omicida avrebbe atteso che la vittima uscisse di casa per ucciderlo. Il kossovaro sarebbe stato colpito da almeno una pallottola. Nonostante tutti i tentativi di stapparlo dalla morte, nulla hanno potuto i soccorritori giunti sul posto per salvarlo. Spahiu è morto nel luogo in cui sono stati esplosi gli spari.

Ancora ricercato - L'autore del delitto è ancora latitante. «Non lo abbiamo ancora preso», ha dichiarato a 20 Minuten Hanspeter Krüsi, portavoce della polizia cantonale di San Gallo. L'uomo ricercato non sarebbe noto alle forze dell'ordine.

La videosorveglianza - Gli inquirenti stanno analizzando le immagini della videosorveglianza del centro città e dei dintorni per raccogliere informazioni utili alla ricerca.

La corsa verso Gallusplatz e la fuga in auto - Una testimone ha visto il presunto omicida correre in direzione della Gallusplatz. Ed è proprio in quella piazza, lontana neppure un centinaio di metri dal luogo in cui è avvenuto il delitto, che il fuggitivo sarebbe salito su una macchina e avrebbe fatto perdere le sue tracce. Stando alle descrizioni rilasciate dalla testimone, l'uomo, barba incolta di tre giorni, è di corporatura robusta, tra i 40 e i 50 anni. Indossava pantaloni jeans blu chiaro, una giacca scura, un berretto. Un altro particolare riguarda l'ombrello blu aperto, che portava con sé.

I due si conoscevano - Stando a quanto riferito da Krüsi, vittima e omicida si conoscevano.

Ucciso mentre stava andando a lavorare - Dalle prime indagini emerge che Spahiu lavorava come manovale edile e che giovedì mattina, quando è stato freddato, stava andando a lavorare. Infatti portava pantaloni grigi da lavoro con strisce fluorescenti, un pullover rosso e guanti da lavoro. Non è ancora stato chiarito se l'uomo lavorasse in nero e senza permesso in Svizzera.

Arrivato in Svizzera nel 2000 aveva chiesto asilo - Certo è che contro Spaihu era stato emanato nel 2013 un decreto di divieto di entrata in territorio confederale. L'uomo era arrivato in Svizzera nel 2000 ed aveva chiesto asilo, ma qualche giorno dopo aveva fatto perdere le sue tracce. Nel 2013, dopo aver lavorato in nero a Gossau, era stato espulso in Kossovo ed aveva ricevuto un divieto di entrata in Svizzera valido tre anni.

"Lavorava in nero" - Il kossovaro V.K. di San Gallo conosceva Spahiu: «Haki lavorava in nero, montava i ponteggi ed era considerato ovunque molto affidabile». Spahiu avrebbe lavorato in Svizzera , a parte brevi interruzioni, per una quindicina d'anni. L'unica certezza è che Krüsi non è stato rapinato.

Movente dovuto a un litigio familiare? - Stando al portale web svizzero-kossovaro Albinfo.ch, Spahiu era originario del villaggio di Sedllar, non lontano dalla città di Kamenica. Si presume che il movente sia da risalire ad un litigio familiare. Inoltre vi sarebbe una storia di soldi e debiti in cui comunque Spahiu non sarebbe stato direttamente coinvolto.

La polizia cantonale sangallese chiede collaborazione - La polizia chiede aiuto alla popolazione e chiede a chi fosse informato sulla vicenda di rivolgersi a qualsiasi posto di comando. 

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