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LOSANNAL’ex marito le trasmette l’HIV, lui non si presenta in aula

04.05.16 - 16:29
Una donna accusa l’ex marito di averle trasmesso l’HIV. Lui lo sapeva, ma ha fatto finta di niente
L’ex marito le trasmette l’HIV, lui non si presenta in aula
Una donna accusa l’ex marito di averle trasmesso l’HIV. Lui lo sapeva, ma ha fatto finta di niente

LOSANNA - È iniziato tutto con un incontro sul web nel febbraio 2012, tra una donna vodese e un uomo mauriziano. Abitano a 9000 chilometri di distanza, e per ovviare a questo problema decidono di sposarsi molto presto. Se non che nel settembre 2013, la giovane donna scopre che suo marito è sieropositivo. In quel momento, la sua vita si rompe in mille pezzi. Purtroppo, apprende che anche l’uomo era conoscenza di questo fatto e che volutamente le aveva nascosto la sua malattia. La donna si arrabbia e chiede un’istanza di divorzio, facendo causa per reato di diffusione di malattia e negligenza.

Il processo in merito si è tenuto martedì a Losanna. Chiamato al banco dei testimoni, un medico del del CHUV (Centre hospitalier universitaire vaudois), il quale era presente alla conferma della diagnosi. Ha sostenuto la tesi della donna, secondo cui il mauriziano era al corrente del fatto che fosse stato infettato nel 2010, rivela il quotidiano "Le Matin".  «Ventiquattro» ha detto, il numero delle relazioni omosessuali avute nel suo paese, prima di incontrare la donna. E nonostante ciò, nonostante la sua probabile conoscenza dei fatti, ha voluto dimostrare la sua incolumità alla compagna, con la certificazione di essere un donatore di sangue.

L’avvocato della difesa ha sostenuto che la notte in cui si sono incontrati, la coppia ha avuto rapporti sessuali non protetti. «Un comportamento a rischio adottato da entrambe le due persone» ha ribadito. Ha sottolineato che il suo cliente «assolutamente non sapeva né di essere HIV positivo, né di avere il virus dell’epatite C, perché non appena lo ha scoperto, ha provveduto a farsi curare».

L’accusa è di negligenza e di diffusione di malattia. Tuttavia, l’imputato non ha presenziato nemmeno in aula. Aveva già dato buca alla precedente convocazione, nella primavera del 2015.

Se fosse stato giudicato l'anno scorso, la condanna sarebbe stata certa. Ma le disposizioni di legge per quanto riguarda la negligenza, sono cambiate. Ora, non rimane che puntare sulla dimostrazione della sua viltà, ma gli elementi avanzati dalla vittima sembrano essere troppo pochi per convincere il Pubblico Ministero a una condanna effettiva. Il dubbio che rimane è che l’imputato fosse veramente consapevole da diversi anni, e nonostante ciò abbia preferito non informare la donna, del suo stato di sieropositività.

Il procuratore ha quindi richiesto aliquote di 180 giorni a 30 franchi, di cui 90 con sospensione di 5 anni, per lesioni personali semplici di negligenza, e non per il reato diffusione. Questo non ha soddisfatto l’avvocato della vittima, che ha aggiunto alle richieste una liquidazione di 80.000 franchi per danni morali. Presto arriverà il verdetto.

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