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In oltre un terzo dei casi gli agenti sono dovuti intervenire più volte
SAN GALLO - La polizia cantonale sangallese è intervenuta 1021 volte nel 2015 per casi di violenza domestica, una cifra sui livelli degli ultimi anni. Sono tuttavia aumentate le recidive, scrive la Cancelleria dello Stato in una nota odierna: in oltre un terzo dei casi gli agenti sono dovuti intervenire a più riprese.
Un quinto degli interventi sono avvenuti nel capoluogo San Gallo. In 60 occasioni la polizia ha ordinato alla persona violenta - quasi sempre uomini, solo in due casi donne - di lasciare l'abitazione e di non ritornarvi. I fermi sono stati in tutto 29, dei quali 21 non prolungati oltre 24 ore.
I casi in cui la polizia ha dovuto tornare più volte per episodi coinvolgenti la stessa famiglia sono stati in tutto 352. Queste numerose recidive sono spiegate con il fatto che dopo atti di violenza coniugale, il partner manesco si dice perlopiù pentito e promette di non ricascarci, ma poi, spesso, non ci riesce.
Spesso sono direttamente le donne vittime di violenze a chiamare la polizia, ma a volte anche uomini nella stessa situazione. Nel caso di separazioni ci sono spesso minacce via email o sms e casi di donne molestate o seguite dall'ex partner. Ad allertare gli agenti possono essere anche vicini che sentono grida o pianti o perché una donna si è rifugiata da loro, magari con un bimbo piccolo. Anche gli stessi bambini si rivolgono alla polizia temendo che una lite tra i genitori possa degenerare. Ci sono poi casi di madri che telefonano perché un figlio sta demolendo i mobili o sono in altro modo fuori controllo.
