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DAVOS - Nel mondo una persona su sette è interessata dal fenomeno dell'erosione eolica: in molte aree del pianeta il vento trasforma infatti la terra fertile in deserto di sabbia e pietre e ogni anno 500-5000 tonnellate di polveri sottili vengono trasportate per migliaia di chilometri causando malattie polmonari. Ricercatori dell'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) hanno evidenziato che la vegetazione presente nelle regioni alpine è in grado di proteggere il suolo dalle folate di vento.
La ricerca è stata svolta sulla Latschüelfurgga (GR), nei pressi di Davos a circa 2400 metri, in cui è stato allestito un sito sperimentale, indica un comunicato odierno dello SLF.
I primi risultati provvisori del rilevamento quinquennale confermano quanto altri esperimenti sul campo e nella galleria del vento avevano già ipotizzato. "L'effetto positivo della vegetazione sulla Latschüelfurgga ha però nettamente superato le aspettative. Con un grado di copertura vegetale medio del 15% sono stati trasportati 800 volte meno granelli di sabbia rispetto a ciò che si è verificato sul suolo privo di vegetazione", precisa lo SLF.
La ricerca ha inoltre evidenziato che la variazione del grado di copertura durante il ciclo vegetativo influisce sull'effetto protettivo: in primavera il grado protettivo era del 15%, in estate del 20% e in autunno del 10%.
Questi risultati sono interessanti per le regioni alpine: la polvere e il materiale eroso dal vento che si depositano su neve e ghiaccio possono infatti influenzare il clima. Di conseguenza, in primavera aumenta notevolmente la portata dei fiumi e quindi il rischio di smottamenti, colate detritiche e inondazioni. In futuro, da questo studio, i ricercatori si attendono utili raccomandazioni per la rinaturazione di cantieri alpini e piste da sci.
Ats
