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BERNALibera circolazione bene assorbita, secondo SECO

11.06.13 - 12:54
Libera circolazione bene assorbita, secondo SECO
BERNA - La libera circolazione delle persone provenienti dall'Unione europea ha "ampiamente" contribuito alla crescita dell'economia e dell'impiego in Svizzera negli ultimi 11 anni ed è stata bene assorbita dal mercato del lavoro elvetico, con ripercussioni negative minime per la manodopera indigena: è quanto sostiene la Segreteria di stato dell'economia (SECO) che ha pubblicato oggi un rapporto al riguardo. A suo avviso le misure di accompagnamento sono state "fondamentalmente efficaci", evitando dumping salariali.

Dal 2002 (anno d'introduzione della libera circolazione) al 2012 l'immigrazione è fortemente aumentata. , con un saldo netto di 63'300 persone all'anno, di cui 38'400 prevenienti da Stati dell'UE e dell'AELS (Associazione europea di libero scambio), soprattutto tedeschi (16'300) e portoghesi (7500).

Nel decennio precedente 1991-2001, il saldo migratorio annuo era stato di 26'400 persone, quasi tutte provenienti da paesi fuori dallo spazio UE/AELS. L'immigrazione netta ha interessato maggiormente i cantoni di frontiera e urbani rispetto al resto della Svizzera.

L'afflusso è fortemente dipeso dalla richiesta di manodopera delle imprese elvetiche, scrive la SECO: dopo un periodo pluriennale di alta congiuntura l'immigrazione netta ha raggiunto un picco nel 2008, con 90'000 persone, per poi subire un netto calo all'indomani della crisi finanziaria del 2009 e riprendere nel 2010-2011. Nel 2012, il numero totale degli stranieri immigrati ha superato di 73'000 unità quello degli stranieri ripartiti all'estero.

Di fronte a questo massiccio afflusso, il mercato svizzero del lavoro ha mostrato una buona capacità di assorbimento, rileva la SECO: tra il 2002 e il 2012 il numero di persone attive è cresciuto di 565'000 unità: per metà svizzeri o stranieri residenti in modo stabile, per il resto stranieri titolari di permessi annuali, di breve durata o frontalieri.

Dai paesi UE/AELS sono arrivati per lo più lavoratori altamente qualificati: il 53% delle persone immigrate nell'ambito dell'accordo di libera circolazione disponeva di una formazione di livello superiore. Il tasso è del 34% per le persone attive in Svizzera.

Nonostante l'immigrazione il tasso di disoccupazione è rimasto stabile dagli anni Novanta e nell'ultimo decennio è stato per gli svizzeri inferiore a quello rilevato per gli stranieri.

Per quanto riguarda il Ticino, nel rapporto si rileva che sebbene l'impiego di frontalieri sia fortemente aumentato tra il 2002 e il 2012 (+5,5% all'anno), l'aumento relativo del tasso di disoccupazione è stato in confronto "moderato". Neppure per quanto riguarda i salari l'effetto sarebbe stato particolarmente negativo: nel Ticino si è registrato una crescita nominale annua del 1,2%, come nei cantoni frontalieri della Svizzera nordorientale (SG, SH, TG). Altri cantoni con un gran numero di frontalieri (GE, NE, JU, BS, BL) hanno invece registrato la maggiore crescita annuale, tra l'1,7 e l'1,8%, contro un +1,4% riscontato negli altri cantoni con pochi frontalieri.

La SECO rileva infine che grazie alla forte immigrazione non cessa di aumentare la quota dei lavoratori UE/AELS che partecipa al finanziamento delle assicurazione sociali, mentre diminuisce la parte degli svizzeri.

Negli ultimi anni questo forte afflusso ha rallentato l'invecchiamento della popolazione a tutto vantaggio delle assicurazioni del Primo pilastro (AVS/AI/IPG/PC). "Il timore che la libera circolazione conduca a un aumento sproporzionato del numero di beneficiari stranieri di prestazioni AI non si è confermata", conclude la SECO.

ATS
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