Lo ha riconosciuto lo stesso neoconsigliere di Stato vallesano, e consigliere nazionale (UDC), ieri sera in un'intervista rilasciata nell'ambito della trasmissione d'informazione della televisione svizzero-tedesca "Rundschau".
Nel libro, scritto alla stregua di un romanzo poliziesco, l'attuale ministro della sicurezza del Vallese smonta le conclusioni degli inquirenti, secondo cui a ferire il bambino - fino a renderlo cieco e tetraplegico - è stato il giovane cane pastore della famiglia. Luca e il fratellino Marco, che lo accompagnava al momento del dramma, dal canto loro, hanno accusato con costanza delle "persone cattive".
"Non sopporto l'ingiustizia di quanto avvenuto in questo caso. Più leggevo i documenti, più ero convinto che la tesi degli investigatori non reggeva", ha detto l'attuale capo del dicastero della sicurezza a "Rundschau". "Ho incontrato Luca, era assolutamente lucido di mente e non ha mai menzionato un cane".
Ancora oggi, il consigliere di Stato è convinto che la tesi del cane sia "poco convincente". L'animale - aggiunge - appare come un "colpevole ideale". Le ferite subite da Luca "non possono essere attribuite ad un cane, ma ad esseri umani".
Nel suo libro - scritto sotto lo pseudonimo "Janus" - Freysinger ritiene che la famiglia Mongelli sia stata vittima "del sistema". "Vi è stato un primo errore, poi un secondo e poi ancora un terzo e così via. Alla fine molte persone hanno qualcosa da rimproverarsi. Per proteggersi e coprirsi, nascondono gli errori commessi da altri. Una mano lava l'altra e alla fine è la verità che ne patisce".