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CITTÀ DEL VATICANO486 anni fa il sacco di Roma: Maurer da Papa Francesco

06.05.13 - 19:56
Sono 35 le nuove reclute delle Guardie svizzere. Una è di lingua italiana. Papa Francesco: "Grazie"
Foto Keystone
486 anni fa il sacco di Roma: Maurer da Papa Francesco
Sono 35 le nuove reclute delle Guardie svizzere. Una è di lingua italiana. Papa Francesco: "Grazie"

CITTÀ DEL VATICANO - "La fede che Dio vi ha dato nel giorno del Battesimo è il tesoro più prezioso che avete! E anche la vostra missione al servizio del Papa e della Chiesa trova lì la sua sorgente: nella fede". Lo ha detto Papa Francesco ricevendo le Guardie Svizzere pontificie, che oggi ricordano il sacrificio di 147 soldati del Corpo caduti nel 'sacco di Roma', il 6 maggio 1527, nell'atto di difendere Papa Clemente VII dall'assalto dei Lanzichenecchi. Nel tardo pomeriggio si è svolto in Vaticano il solenne giuramento di 35 reclute: 28 di lingua tedesca, sei di lingua francese e uno di lingua italiana.

Il Pontefice ha rinnovato il suo "grazie più sincero" per il "prezioso e generoso servizio" da loro svolto al Papa e alla Chiesa. "Ogni giorno - ha detto - posso sperimentare personalmente la dedizione, la professionalità e l'amore con cui svolgete la vostra attività. E di questo vi ringrazio! Ringrazio in modo particolare le vostre famiglie, che hanno benevolmente accolto la vostra scelta di vivere questo servizio in Vaticano e vi sostengono con il loro affetto e la loro preghiera".

Ricordando il sacrificio che si celebra oggi, Francesco ha sottolineato: "Oggi non siete chiamati a questo gesto eroico, ma a un'altra forma di sacrificio, anch'essa impegnativa: a mettere le vostre energie giovanili al servizio della Chiesa e del Papa. E per fare questo bisogna essere forti, animati dall'amore e sostenuti dalla fede in Cristo. Quest'anno la vostra festa si inserisce nel contesto dell'Anno della fede, che la Chiesa sta vivendo in tutto il mondo. Sono certo che la decisione di mettere anni della vostra vita al servizio del Papa non sia estranea alla vostra fede. Anzi, le motivazioni più profonde che vi hanno spinti qui a Roma hanno origine proprio nella vostra fede. Una fede che avete imparato in famiglia, coltivato nelle vostre parrocchie, e che manifesta anche l'attaccamento dei cattolici svizzeri alla Chiesa".

Il Papa ha poi osservato che durante la permanenza a Roma, le Guardie Svizzere sono chiamate a testimoniare la fede "con gioia, e con la gentilezza del tratto. Com'è importante questo per tante persone che passano dalla Città del Vaticano! Ma è importante anche per coloro che lavorano qui per la Santa Sede, e lo è anche per me! La vostra presenza è un segno della forza e della bellezza del Vangelo, che in ogni tempo chiama i giovani a seguirlo".

E li ha invitati "a vivere il periodo trascorso nella 'Città eterna' con spirito di sincera fratellanza, aiutandovi gli uni gli altri a condurre una buona vita cristiana, che corrisponda alla vostra fede e alla vostra missione nella Chiesa. Sappiate essere attenti gli uni agli altri, ad accorgervi quando qualcuno di voi può avere un momento di difficoltà. Siate pronti ad ascoltarlo, a stargli vicino. Pregate gli uni per gli altri, e mettete in pratica nell'aiuto reciproco la comunione che attingete da Gesù nella santa Eucaristia".

"Care Guardie Svizzere, non dimenticate che il Signore cammina con voi: questo è un pensiero buono che fa bene all'anima, ha concluso il Papa.

In precedenza il Pontefice aveva ricevuto in mattinata il presidente della Confederazione, Ueli Maurer, che nel pomeriggio ha partecipato al giuramento delle nuove reclute. Il colloquio, svoltosi - alla presenza di un interprete - nella biblioteca privata del Palazzo Apostolico, è durato 16 minuti. Maurer, successivamente ha incontrato anche il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nei "cordiali colloqui" è stato reso omaggio "all'encomiabile servizio plurisecolare della Guardia Svizzera Pontificia" ed "è stato sottolineato il comune desiderio di rafforzare ulteriormente i buoni rapporti che intercorrono tra la Santa Sede e la Confederazione Elvetica". Il desiderio comune, ha spiegato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, è quello di "intensificare la collaborazione fra la Chiesa Cattolica e lo Stato". Sono stati affrontati, secondo Lombardi, anche "temi di comune interesse, quali la tutela dei diritti umani, la formazione della gioventù e la collaborazione internazionale per la promozione della giustizia e della pace".

ats

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