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BERNAPochi medici, lanciata l'iniziativa

09.04.13 - 12:21
Per rispondere alle necessità si dovrebbero formare 1400 medici
Foto Archivio Ti-Press
Pochi medici, lanciata l'iniziativa
Per rispondere alle necessità si dovrebbero formare 1400 medici

BERNA - La Svizzera deve formare al più presto circa 600 medici all'anno per lottare contro la penuria nella categoria. Giovani, sostenuti dall'ambiente medico, hanno lanciato stamani un'iniziativa popolare nell'intento di smuovere le acque. Il testo consentirebbe al Consiglio federale di forzare la mano ai cantoni.

Gli autori dell'iniziativa "Più posti di formazione nel campo della medicina umana - Per prevenire la carenza di medici" hanno tempo fino al 9 ottobre 2014 per depositare le 100'000 firme necessarie. Il termine per la consegna delle firme è pubblicato nel "Foglio federale".

 

Da oltre dieci anni, la Svizzera non forma più un numero sufficiente di medici, osservano i fautori dell'iniziativa. Ogni anno in Svizzera vengono rilasciati circa 700-800 diplomi medici. Orbene, per rispondere alle necessità si dovrebbe arrivare a circa 1400. Secondo i promotori dell'iniziativa, l'accordo raggiunto in agosto tra il ministro degli affari sociali Alain Berset e i direttori cantonali della sanità non è sufficiente.

 

Questo piano, nato dalla strategia volta a sviluppare la medicina di famiglia in risposta a un'altra iniziativa popolare, prevede 300 posti di formazione supplementari a partire dal 2018. Il tempo stringe, ha sottolineato in una conferenza stampa il presidente del comitato d'iniziativa Daniel Häuptli.

 

Prima che un medico sia operativo, occorrono dieci anni: sei di formazione e quattro di pratica. Sebbene tutti ammettano la necessità di adottare provvedimenti, i politici non sono riusciti ad accordarsi sulle modalità di finanziamento.

 

Competenza sussidiaria - Da qui l'idea di attribuire alla Confederazione una competenza sussidiaria. Formalmente, l'iniziativa lascia la competenza di formare i dottori ai cantoni. Spetta a quest'ultimi il compito di quantificare le necessità a lungo termine e la capacità di formazione, nonché di fissare una pianificazione su scala nazionale. Dovranno adottare le misure che s'impongono, affinché le necessità siano coperte.

 

Tuttavia, Berna potrebbe forzare loro la mano se "non vi è da attendersi che i cantoni adempiano i loro compiti tempestivamente o se la Confederazione dovesse accertare un fabbisogno diverso". In tal caso, a livello federale verrebbero fissate direttive che i cantoni dovrebbero applicare senza indugio.

 

75 milioni da suddividere - Temporeggiamenti non sono consentiti: un anno dopo l'accettazione dell'iniziativa, il Consiglio federale deve presentare un rapporto sull'attuazione del nuovo articolo costituzionale e, ove fosse il caso, prende le misure che s'impongono.

 

Sul fronte dei costi, il testo lascia tuttavia in sospeso la questione di una partecipazione della Confederazione. Quest'ultima potrebbe contribuire, pur non essendo comunque tenuta a farlo. L'iniziativa esige soltanto che la Confederazione ripartisca tra i cantoni eventuali costi non coperti in caso di penuria.

 

Stando ai calcoli del comitato, per la formazione occorrono 75 milioni di franchi supplementari all'anno (uno studente costa 120'000 franchi annui).

 

Il comitato di giovani, provenienti da varie formazioni (Verdi liberali, PPD, PS e PLR), ma anche senza partito, è sostenuto da un patronato di cui fanno parte numerosi medici. Tra questi figura anche il chirurgo bernese Thierry Carrel. La Federazione dei medici svizzeri (FMH) dovrebbe decidere in maggio se sosterrà l'iniziativa, ha spiegato Sven Strebel, membro del comitato.

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