Quest'ultima è stata elaborata congiuntamente ai cantoni. Il ministro degli esteri Didier Burkhalter si è già espresso davanti al Consiglio dei diritti dell'uomo il 29 ottobre. Delle 140 raccomandazioni allora ricevute da parte di 80 Stati, la Svizzera ne aveva accolte 50 e respinte 4.
Delle 86 raccomandazioni in sospeso in vista di un'analisi approfondita, una riguarda la politica familiare ed è in sospeso. La risposta dipende infatti dall'esito della votazione popolare di domenica prossima. Il fattore determinante per l'accettazione o il rifiuto di una raccomandazione consisteva nell'esaminare se la Svizzera l'adempie già o potrà adempierla entro il prossimo esame periodico universale.
Tra le misure respinte figurano i mezzi per evitare che le iniziative popolari violino i diritti umani di gruppi o individui. Il Consiglio federale ricorda che l'iniziativa è un elemento fondamentale della democrazia svizzera. Sono state fatte proposte per migliorare la compatibilità con il diritto internazionale, ma è "impossibile prevedere quale sarà la decisione del parlamento".
La Svizzera non ritiene utile adottare una legge supplementare anti-discriminazione per lottare contro gli atteggiamenti razzisti, islamofobi e xenofobi. Il Consiglio federale non vuole nemmeno togliere la riserva elvetica sul ricongiungimento familiare alla Convenzione sui diritti dell'uomo.
Viene anche respinta la raccomandazione che esige alloggi adeguati per rifugiati e richiedenti l'asilo. Le autorità fanno del loro meglio, ma sono talvolta sottoposte a restrizioni, ricorda la Svizzera. Non vi è infine motivo di proporre una definizione della tortura nel Codice penale. Il governo precisa comunque che gli atti di tortura sono tutti repressi dalla legislazione elvetica.