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LUCERNARatzinger e i gay cattolici: un amore mai scoppiato

25.02.13 - 10:56
Intervista a Bruno Fluder, teologo cattolico e responsabile comunicazione Adamin, Associazione dei padri spirituali gay della Svizzera
Foto d'archivio (Keystone)
Ratzinger e i gay cattolici: un amore mai scoppiato
Intervista a Bruno Fluder, teologo cattolico e responsabile comunicazione Adamin, Associazione dei padri spirituali gay della Svizzera

LUCERNA - Finito un papato non molto innovatore, cosa si aspettano i gay che fanno parte della Chiesa?
Benedetto XVI ha sempre considerato l’omosessualità come un «disordine» pericoloso, cosa che non gli ha certo valso l’apprezzamento di associazioni e cattolici gay. Come vive la fine del suo pontificato chi è gay e fa parte della Chiesa? Lo chiediamo a Bruno Fluder, teologo cattolico e responsabile comunicazione di Adamim, Associazione dei padri spirituali gay della Svizzera, che raccoglie preti e laici di diverse Chiese cristiane.
 
Come si è rapportato il papa uscente all’omosessualità?
"L’ha sempre considerata come «anomalia» e «oggettivamente sregolata», condannando gli atti omosessuali come peccati gravi poiché non trasmettono la vita. Su questa base si dovrebbe praticare l’astinenza (come se quest’ultima permettesse di trasmettere la vita…). In otto anni di pontificato, il signor Ratzinger non ha portato avanti diverse riforme necessarie e non ha mai sviluppato una nuova valutazione dell’omosessualità".

Cosa colpisce in questo atteggiamento?
"Fra i preti vi è una quantità di gay molto superiore alla media e il signor Ratzinger induce così molti di loro a sentire di avere la coscienza sporca, cosa che ha funzionato anche con me per molti anni, purtroppo".

Cosa può fare un nuovo papa?
"Non bisogna sperare in miglioramenti. In Vaticano domina l’incesto spirituale e questo fra molti uomini che cercano di reprimere il loro orientamento sessuale con grandi sforzi".

Cosa vi aspettereste?
"Sono necessari cambiamenti nella struttura della Chiesa cattolica perché non vigano più le stesse regole in tutto il mondo: la vita di celibato di un prete in Corea ha un altro significato che nell’Europa centrale; l’omosessualità nella società russa è giudicata più negativamente che da noi".
 
 

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