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SVIZZERAIl personale curante è favorevole ai test obbligatori

30.07.21 - 08:46
Uno screening regolare fra i non vaccinati aumenterebbe la sicurezza dei pazienti, secondo l'Associazione di categoria.
Keystone
Fonte ats
Il personale curante è favorevole ai test obbligatori
Uno screening regolare fra i non vaccinati aumenterebbe la sicurezza dei pazienti, secondo l'Associazione di categoria.
Che però si schiera contro la vaccinazione obbligatoria.

BERNA - L'Associazione Svizzera Infermieri (ASI) approva l'introduzione di test obbligatori per il personale curante non vaccinato contro il coronavirus. «Uno degli obiettivi principali della nostra professione è di tenere i pazienti fuori pericolo», dichiara Roswitha Koch, responsabile dello sviluppo delle cure infermieristiche dell'associazione, in un'intervista diffusa oggi da La Tribune de Genève e 24 Heures. «Per le istituzioni sanitarie, è dunque indispensabile mettere in atto dei concetti di protezione per salvaguardare i loro pazienti e anche il personale», ha aggiunto.

Secondo Koch, i test regolari possono essere parte integrante di questi concetti. L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha trasmesso mercoledì diverse proposte ai Cantoni per affrontare la rapida diffusione in Svizzera della variante Delta altamente contagiosa. Tra questi c'è uno screening obbligatorio del personale curante non vaccinato contro il Covid-19.

Riduzione del salario - Koch ha tuttavia ribadito la sua opposizione alla vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari in Svizzera. «La legge sulle epidemie prevede una tale clausola, ma le condizioni non sono soddisfatte, in particolare per quanto riguarda la proporzionalità della misura. Se le autorità dovessero prendere una tale decisione, occorrerebbe senza dubbio un intervento da parte della giustizia».

Per quanto riguarda la decisione dell'ospedale del Giura di pagare meno il suo personale non vaccinato in caso di quarantena, secondo Koch è solo un tentativo di fare pressione sulla vaccinazione. Essa «lascerà dei segni».

Può essere interpretata «come una mancanza di rispetto verso uomini e donne che si sono molto impegnati [...] durante questa pandemia» e «può anche rafforzare le convinzioni di coloro che esitano» a farsi vaccinare, afferma Koch.
 
 

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