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BERNAEcco perché il numero dei contagi sta precipitando

03.06.21 - 23:15
L'esperto: «Il peggio potrebbe finire prima di quanto si pensi».
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Ecco perché il numero dei contagi sta precipitando
L'esperto: «Il peggio potrebbe finire prima di quanto si pensi».
Ciò, però, solo se si raggiungerà l'immunità di gregge. Fino ad allora, occorre proseguire con la campagna vaccinale ed evitare allentamenti precoci

BERNA - Il numero di casi di Coronavirus sta diminuendo rapidamente. Giovedì l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha segnalato 588 nuovi casi. Una settimana fa erano 992, due settimane fa se ne contavano quasi 1200.

Come è possibile? La risposta è semplice: merito della campagna vaccinale. Più si procede con le vaccinazioni, più diminuiscono i casi. E la Svizzera - come scritto anche dal Blick - ora ha ingranato la quinta.

"Decadimento esponenziale" - Basta della matematica spicciola per spiegare questa svolta. All'inizio delle varie ondate, ci si è trovati di fronte a una crescita esponenziale: il numero dei casi riusciva a raddoppiare in pochi giorni.

Lo stesso principio funziona con il decadimento esponenziale: negli stessi giorni il numero di casi può essere dimezzato. Usando questo principio matematico, la professoressa americana Zoë McLaren ha spiegato sul "New York Times" cosa dobbiamo attenderci dalla prossima fase della pandemia, perché la situazione sta migliorando rapidamente e perché è importante mantenere le misure di protezione.

In arrivo una lunga fase con numeri bassi - Ogni positivo in meno aiuta a spezzare la catena di riproduzione, prevenendo molti più casi. Ciò significa che se il numero di positivi è elevato, le misure messe in atto possono generare un abbattimento delle cifre. Con numeri più bassi, la diminuzione sarà minore. L'esempio è semplice: dimezzare 1000 casi, significa evitarne 500. Farlo con 500 significa prevenirne 250. E così via. 

La fine della pandemia in Svizzera dovrebbe quindi avere questo ritmo: un forte calo seguito da una fase più lunga con un numero basso di casi, che aumenterà nuovamente se le misure di protezione verranno allentate troppo presto.

Questo modello è stato confermato, ad esempio, nelle persone anziane che hanno avuto accesso precoce alle vaccinazioni. Ma anche in paesi come Israele che, grazie a una campagna vaccinale da record, hanno la pandemia sotto controllo.

Immunità di gregge - Un obiettivo importante è il raggiungimento dell'immunità di gregge: portare i casi a zero rallentando la diffusione del virus attraverso una combinazione di vaccinazione e immunità post-infezione.

Tutto ciò che rallenta la trasmissione del virus aiuta: mascherine, test e altre misure di protezione, soprattutto in vista di nuove varianti. Con il procedere della campagna vaccinale, queste misure potranno essere gradualmente allentate. Una volta vaccinato un numero sufficiente di persone, non sarà necessario (quasi più) nessuno sforzo. Questo è il segreto dell'immunità di gregge. E il potere del decadimento esponenziale.

In Svizzera, però, non ci siamo ancora. Per il momento sono state vaccinate oltre 1,5 milioni di persone, un buon 20 percento. Circa un terzo della popolazione ha ricevuto almeno una dose.

La fine entro ottobre - Di questo passo, la pandemia potrà dirsi sconfitta entro i primi di ottobre, tra poco più di quattro mesi. Il 7, per l'esattezza, stando al simulatore online “Pandemieende.ch”.

Per quella data ci si attende il raggiungimento dell'immunità grazie a una copertura vaccinale dell'80% della popolazione.

Questo è uno dei motivi per cui il ministro della Salute Alain Berset sta spingendo per la vaccinare i bambini. Dopotutto, circa il 20% della popolazione ha meno di 20 anni.

Sembra tutto semplice sulla carta. Il rischio qual è? Con il diminuire dei casi in molti cercheranno di riabbracciare la normalità. Proprio per questo ogni singola vaccinazione aiuta. Così come l'osservanza delle misure di protezione. «Questa combinazione rende quasi impossibile la diffusione del virus e allo stesso tempo interrompe molte catene di trasmissione», sottolinea il professor McLaren. Che lancia un messaggio di speranza: «Il peggio della pandemia potrebbe finire prima di quanto si pensi».

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