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SVIZZERA / UEAccordo quadro: è la Svizzera a dover prendere l'iniziativa

20.04.21 - 12:38
L'impressione da parte europea è che Berna non riconosca l'essenza dell'intesa e voglia modifiche sostanziali
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
Accordo quadro: è la Svizzera a dover prendere l'iniziativa
L'impressione da parte europea è che Berna non riconosca l'essenza dell'intesa e voglia modifiche sostanziali
L'Ue sospetta in particolare che la Svizzera voglia escludere del tutto dall'accordo la questione della protezione dei salari e la direttiva sulla cittadinanza europea.

BERNA - A pochi giorni dall'incontro tra il presidente della Confederazione Guy Parmelin e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il verbale di una riunione rivela quali siano gli apprezzamenti e le aspettative dell'Unione europea (Ue). Secondo il documento, Bruxelles vuole che Berna prenda l'iniziativa e la considera responsabile del possibile fallimento dei negoziati sull'accordo quadro istituzionale.

Il verbale concerne la riunione di venerdì scorso tra Stéphanie Riso, vicecapo del gabinetto di von der Leyen, e gli ambasciatori dei 27. Rivelato dal Tages-Anzeiger nella sua edizione odierna, è a disposizione di Keystone-ATS.

In estrema sintesi, la rappresentante dell'esecutivo europeo ha affermato che l'incontro di venerdì prossimo potrebbe fornire nuove impulsi, ma ha pure messo in guardia da aspettative troppo elevate. Gli ostacoli maggiori per il raggiungimento di un'intesa sono le questioni della protezione dei salari elvetici e la direttiva sulla cittadinanza europea. Di per sé ciò non costituisce affatto una sorpresa, ma il documento getta un po' di luce su questi aspetti.

Comprensione da parte dell'Ue
Per Riso, la Commissione ha manifestato maggiore comprensione dei punti considerati critici dalla Svizzera, ma non vede alcuna concessione malgrado le offerte dell'Ue. A suo avviso, Berna considera l'accordo negoziato nel 2018 semplicemente come un'offerta dell'Ue. Invece per l'Unione, l'accordo risponde già alle preoccupazioni della Confederazione.

L'Ue sospetta in particolare che la Svizzera voglia escludere del tutto dall'accordo la questione della protezione dei salari e la direttiva sulla cittadinanza europea. Agli occhi di Riso, le difficoltà d'intesa sono particolarmente acute in merito ai lavoratori distaccati e all'accesso alle assicurazioni sociali dei cittadini europei residenti nella Confederazione.

Lavoratori distaccati e cittadinanza
La negoziatrice europea indica che le ambizioni della Svizzera non sono chiare sui lavoratori distaccati. Non esclude che Berna non voglia che il tema sia contemplato nell'intesa istituzionale. Appare invece chiaro che in materia la Confederazione auspichi evitare la giurisdizione della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE). Ciò tuttavia sarebbe in palese contraddizione con l'accordo quadro negoziato, che prevede la CGUE come autorità decisionale finale.

Per quanto riguarda la direttiva europea sulla cittadinanza, la Svizzera aveva segnalato che non avrebbe accettato sette punti. Secondo il verbale, questi includono la residenza permanente, il permesso di soggiorno incondizionato di tre mesi e l'accesso alla sicurezza sociale.

Ruolo della CGUE e dinamicità
La Svizzera, sostiene Riso, va quindi bel oltre i chiarimenti originariamente richiesti - Berna si era rivolta a Bruxelles per precisazioni su protezione dei salari, cittadinanza europea e aiuti di Stato (perché preoccupata in particolare per la sopravvivenza delle garanzie statali concesse alle banche cantonali). L'Ue non può accettare eccezioni, viene sottolineato nel documento.

Stando alla rappresentante dell'esecutivo comunitario, inoltre la Svizzera considera problematica l'adozione dinamica del diritto europeo e il ruolo della CGUE. Ma questo è il cuore dell'accordo quadro, ha spiegato Riso. L'impressione da parte europea è che la Confederazione non riconosca l'essenza dell'intesa e che voglia modifiche sostanziali dell'accordo. In occasione dell'incontro con Parmelin, von der Leyen dovrà quindi far capire le conseguenze della scadenza degli accordi bilaterali.

Gli ambasciatori di Germania e Francia hanno chiesto la disponibilità al compromesso, mentre Polonia, Romania e Slovacchia insistono sul pagamento dei contributi di coesione. Venerdì prossimo la presidente della Commissione affronterà anche questo tema.

Perplessità già emersa
La scorsa settimana la radiotelevisione romanda RTS aveva reso noto apprezzamenti simili, partendo da un documento interno dell'Ue per gli ambasciatori dei Paesi membri.

Stando al documento, ottenuto anche da Keystone-ATS, la Svizzera si è allontanata sempre di più dal compromesso raggiunto. Bruxelles sostiene che durante i cinque incontri tra la segretaria di Stato Livia Leu, capo negoziatrice elvetica, e Riso, la Svizzera avrebbe respinto un piano di discussioni e non vi sarebbero stati progressi.

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