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SVIZZERAI Cantoni reagiscono alle “proposte” di Berna

20.02.21 - 18:59
E sono favorevoli a un allentamento più esteso e accelerato delle misure, soprattutto per la ristorazione
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
I Cantoni reagiscono alle “proposte” di Berna
E sono favorevoli a un allentamento più esteso e accelerato delle misure, soprattutto per la ristorazione

BERNA - Diversi cantoni sono favorevoli a più allentamenti delle misure per contrastare il coronavirus. Reagiscono così alle riaperture prudenti previste dal Consiglio federale nella consultazione sottoposta ad autorità cantonali e associazioni di categoria. Una decisione definitiva verrà presa nella prossima seduta governativa in programma mercoledì.

Oggi i cantoni di San Gallo e Appenzello Esterno si sono espressi per ulteriori riaperture già dal primo marzo. In precedenza l'Unione svizzera delle arti e mestieri, Gastrosuisse e l'UDC avevano chiesto altri passi avanti.

Le autorità sangallesi propongono che dal primo marzo le aree esterne delle strutture destinate alla ristorazione vengano riaperte con misure di accompagnamento. Inoltre, negli spazi privati interni il numero massimo di persone deve essere portato da cinque a dieci. All'esterno, per le manifestazioni culturali e sportive, devono essere ammesse 15 persone.

Gli allentamenti dovrebbero essere sistematici nonché avvenire in base a criteri obiettivi ed essere graduali, in modo che vi sia uno spazio temporale di tre settimane tra le singole "misure di allentamento", ha comunicato oggi la Cancelleria di Stato del canton San Gallo.

Anche per le autorità cantonali di Appenzello Esterno le zone esterne dei ristoranti dovrebbero essere accessibili già dal primo marzo. Una riapertura completa del settore della ristorazione dovrebbe essere ipotizzata per il primo aprile.

Vaud per apertura ristoranti a mezzogiorno
Anche il canton Vaud è favorevole a un allentamento più esteso e accelerato delle misure di deconfinamento poste in consultazione mercoledì dal Consiglio federale. Le autorità vodesi auspicano che i ristoranti possano aprire a mezzogiorno già dal 15 marzo, e non dal primo aprile come prevede l'esecutivo federale, e che i teatri e i cinema possano accogliere 50 persone.

Secondo Vaud, il governo non ha preso sufficientemente in considerazione il fatto che le vaccinazioni in corso dovrebbero aver coperto, verso la fine di marzo, la quasi totalità delle persone vulnerabili. «Questo nuovo parametro consente una rivalutazione del dispositivo previsto già dal 15 marzo», ha scritto il cantone in una nota.

Sostegno delle commissioni parlamentari
Anche la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha indicato ieri che ristoranti e aziende attive nei settori della cultura, del tempo libero e dello sport dovrebbero riaprire al più tardi il 22 marzo. Ha inoltre proposto «un uso moderato delle terrazze per il servizio da asporto, per esempio nelle regioni sciistiche».

La Commissione ritiene opportuno offrire ai settori gravemente colpiti dalla crisi una prospettiva che vada oltre le tappe di riapertura attualmente previste dal Consiglio federale. Concretamente - secondo la Commissione - il limite massimo di clienti e dei posti a sedere per tavolo o la fissazione dell'orario di chiusura alle 22.00 dei ristoranti verrebbero decisi dal Consiglio federale, a meno che non decida di delegare il compito ai Cantoni.

I cantoni dei Grigioni, di Glarona, Svitto, Uri, Obvaldo e Nidvaldo hanno intanto già reinterpetrato l'ordinanza sul Covid-19 in modo tale da concedere la possibilità di sedersi sulle terrazze dei ristoranti agli utenti delle stazioni sciistiche. Nell'ordinanza tuttavia viene consentito il Take-Away per alimenti e bevande, ma è vietato l'uso delle terrazze per la consumazione dei pasti.

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