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SVIZZERA«Le misure attuali potrebbero non bastare contro il virus mutato»

22.12.20 - 14:00
Per evitare la diffusione della nuova variante è fondamentale «ridurre al minimo i contatti»
Archivio Keystone
«Le misure attuali potrebbero non bastare contro il virus mutato»
Per evitare la diffusione della nuova variante è fondamentale «ridurre al minimo i contatti»
Nel frattempo oggi sono state consegnate alla Farmacia dell'esercito elvetico le prime 107'000 dosi. E scatta la campagna informativa dell'UFSP

BERNA - Oggi in Svizzera sono scattati i nuovi provvedimenti federali nella lotta contro il coronavirus. Si tratta in particolare della chiusura di bar e ristoranti, e di impianti sportivi, e della limitazione della capacità nei negozi. L'obiettivo è di superare il periodo natalizio, evitando una terza ondata. Le autorità sanitarie federali hanno, oggi, segnalato altri 4'275 casi, 129 decessi e 171 ricoveri in ventiquattro ore.

Nel frattempo domani in alcuni cantoni inizia la somministrazione del vaccino contro il coronavirus. Il preparato di Pfizer/BioNtech è infatti stato approvato, nel weekend, da Swissmedic. Da parte sua, l'Ufficio federale della sanità pubblica partirà a breve con una campagna di sensibilizzazione.

«Sul fronte della situazione epidemiologica si osserva ancora una stagnazione dei casi come pure dei decessi» ha esordito Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), nell'ambito dell'odierno punto informativo a Berna. «Nei reparti di terapia intensiva la situazione è ancora tesa». A livello nazionale il fattore di riproduzione R0 è tuttora superiore all'1 (si parla di un valore pari a 1,06).

Ma in questi giorni in Svizzera si comincerà a vaccinare, anche se a livello nazionale in generale si parte il prossimo 4 gennaio. Questo non significa comunque che bisogna abbassare la guardia, come sottolineato dalla rappresentante dell'UFSP. «Si tratta innanzitutto di proteggere le persone vulnerabili». Nel frattempo, proprio oggi alla Farmacia dell'esercito sono state consegnate le prime 107'000 dosi. Altre due forniture sono previste per la metà di gennaio, con altre 250'000 dosi. Si tratta sempre di preparati Pfizer/BioNtech. È comunque verosimile che il prossimo a essere autorizzato in Svizzera, secondo Masserey, sarà quello di Moderna.

«Il vaccino non è pericoloso» - Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni, ha assicurato che il vaccino funziona: «È stato testato su 400'000 persone». Certo, come per ogni vaccinazione, non mancano gli effetti collaterali come dolori muscolari, spossatezza e febbre. Ma il vaccino non è pericoloso, ha detto l'esperto.

La strategia di vaccinazione, come noto, prevede di dare la priorità alle persone a rischio. Si parla di persone con più di 75 anni, ma anche di adulti con malattie ad alto rischio. Chi rientra in questi gruppi è invitato di contattare il proprio medico di famiglia o sarà contattato da quest'ultimo. La vaccinazione è possibile a partire dai sedici anni. Ed è raccomandata anche per chi ha già avuto il coronavirus.

Una scelta «informata» - Sono in molti coloro che vogliono già farsi vaccinare. Ma è importante che si tratti di una scelta informata. Ecco dunque che è ora disponibile un portale con tutte le informazioni. Si trova all'indirizzo ufsp-coronavirus.ch/vaccinazione. «L'obiettivo della campagna è di aumentare l'accettazione del vaccino» ha affermato Adrian Kammer, responsabile della Sezione informazioni sulla salute e campagne dell'UFSP.

Situazione tesa nei cantoni - La situazione resta tesa anche nei singoli cantoni, come ha sottolineato Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali. «Non bisogna lasciarsi ingannare dalla stabilizzazione dei casi». Ed è per questo motivo che Hauri ha ricordato che con un allentamento cantonale delle misure, si agisce in modo non solidale.

Per quanto riguarda il vaccino, il rappresentante dei medici cantonali ha messo in guardia che non si tratta di una gara tra i vari cantoni. «Dal punto di vista della sicurezza non si può tralasciare nulla, tantomeno nella formazione del personale che somministrerà i vaccini».

Meno contagi significa meno mutazioni - «I virus mutano continuamente» ha affermato Tanja Stadler, membro della task force nazionale Covid-19, facendo il punto sulla nuova variante di coronavirus. E ha spiegato che più sono le infezioni, più cambia il virus. Ma si tratta ora di comprendere con quale velocità si diffonde la nuova variante. «Le varianti identificate in Gran Bretagna e in Sudafrica sono diverse, ma hanno qualcosa in comune: ci sono indicazioni secondo cui si diffondano più rapidamente». Per quanto riguarda la mutazione trovata in Gran Bretagna, non ci sono prove che provochi un decorso più grave della malattia.

Ma il vaccino attuale funzionerà comunque? Al momento non è provato il contrario. «Bisogna comunque tenere conto del fatto che ci saranno sempre nuove mutazioni» ha spiegato ancora Stadler, sottolineando che a livello globale è fondamentale mantenere basso il numero di contagi. Proprio perché con meno contagi, si hanno meno mutazioni.

Fino allo scorso 10 dicembre in Svizzera veniva sequenziato l'1% dei virus individuati. E sinora la nuova variante non è ancora stata trovata. Ma questo non significa che non sia ancora arrivata in Svizzera. Ora diversi laboratori stanno aumentando le capacità d'analisi. «È però fondamentale che il virus mutato non si faccia strada nel nostro paese, così da evitare un incremento dei contagi». Il virus identificato in Gran Bretagna può infatti portare a un aumento di 0,4 punti del fattore di riproduzione. Possiamo tutti quanti fare la nostra parte per impedire la diffusione di nuove varianti «riducendo al minimo i contatti».

Nel frattempo, ha detto ancora Stadler, la nuova variante britannica è stata individuata anche in Danimarca, nei Paesi Bassi, in Italia e in Australia. Quella Sudafricana soltanto in Sudafrica.

Si presume che le attuali misure contro il coronavirus non siano sufficienti per frenare la diffusione della nuova variante, ha affermato Martin Ackermann, capo della task force nazionale Covid-19. «Siamo in costante contatto con l'UFSP, con cui discutiamo se proporre nuove misure». Nel frattempo bisogna aspettare dieci-quattordici giorni per vedere gli effetti dei provvedimenti scattati oggi.

Sulle tracce dei turisti britannici - Con l'introduzione della quarantena retroattiva per tutte le persone che dopo il 14 dicembre sono arrivate in Svizzera dalla Gran Bretagna o dal Sudafrica, nel nostro paese si stanno rintracciando i visitatori interessati da tale misura. Le autorità sono entrate in possesso delle liste di passeggeri per i voli atterrati in territorio elvetico. Ma viene anche inviato un SMS a tutti i numeri di telefonia mobile britannici e sudafricani che si trovano attualmente in roaming sul nostro territorio. «Con informazioni su chi contattare» ha spiegato Patrick Mathys, capo della Sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell’UFSP. Hauri, da parte sua, ha aggiunto che sono comunque molte le persone che hanno spontaneamente già contattato le autorità.

I partecipanti all'odierna conferenza stampa

Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)
Martin Ackermann, capo della task force nazionale Covid-19
Patrick Mathys, capo della Sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell’UFSP
Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni
Christoph Flury, vicedirettore dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP)
Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali
Adrian Kammer, responsabile della Sezione informazioni sulla salute e campagne dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)
Dora Makausz, responsabile dell’Ufficio prestazioni trasversali della SECO
Tanja Stadler, membro della task force nazionale Covid-19
Susanne Kuster, vicedirettrice dell’Ufficio federale di giustizia

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