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SVIZZERAIl Covid-19 è un'ulteriore sfida per ciechi e ipovedenti

16.11.20 - 18:06
Per le 377'000 persone che soffrono di questo handicap valutare e rispettare la distanza fisica è una vera impresa.
Tipress (archivio)
Fonte ats
Il Covid-19 è un'ulteriore sfida per ciechi e ipovedenti
Per le 377'000 persone che soffrono di questo handicap valutare e rispettare la distanza fisica è una vera impresa.

BERNA - È difficile, se non proprio impossibile, per le 377'000 persone con un handicap visivo in Svizzera valutare e rispettare la distanza sanitaria di 1,5 metri. Spetta a chi vede mantenere questo distanziamento.

Dal momento che attualmente la direttiva è d'indossare una mascherina quando la distanza non può essere rispettata, le persone cieche o ipovedenti la portano sempre, indicano oggi in una nota congiunta l'Unione centrale svizzera per il bene dei ciechi, la Federazione svizzera dei ciechi e ipovedenti, Centrevue e l'Unione svizzera dei ciechi.

A volte le persone con il bastone bianco hanno bisogno di aiuto per fare la spesa o cambiare marciapiede alla stazione per esempio. In queste situazioni la distanza di 1,5 metri non può essere rispettata, ribadiscono le organizzazioni di ciechi e ipovedenti.

Esse insistono anche sul mantenimento dei contatti sociali per «prevenire l'isolamento e la depressione» durante la seconda ondata. Ciò concerne non soltanto i servizi di accompagnamento ma anche le visite di volontari o le piccole uscite, «a condizione di rispettare le misure di protezione».

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