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SVIZZERA«Nello sport c'è una cultura della paura»

16.11.20 - 10:00
Abusi sulle ginnaste olimpiche: la consigliera federale VIola Amherd prende una dura posizione
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Viola Amherd
Viola Amherd
Fonte ATS
«Nello sport c'è una cultura della paura»
Abusi sulle ginnaste olimpiche: la consigliera federale VIola Amherd prende una dura posizione

BERNA - I casi di molestie e umiliazioni avvenute al centro sportivo di Macolin (BE) hanno scosso la consigliera federale Viola Amherd. In futuro, secondo la ministra, gli aspetti etici dovrebbero essere maggiormente presi in considerazione nella promozione dello sport.

In un'intervista pubblicata oggi dal Tages-Anzeiger, la consigliera federale si dice preoccupata dalle vicende di giovani ginnaste umiliate e attaccate nella loro dignità a Macolin.

La ministra dello sport si dice inoltre stupita che queste ultime abbiano osato parlarne solo una volta smesse le competizioni. In seno alla Federazione svizzera di ginnastica esiste in taluni ambiti una cultura della paura e ciò non è tollerabile, secondo Amherd.

Per la consigliera federale, occorre rivedere il sistema dalle fondamenta. Non è accettabile che bambini e giovani in piena fase di pubertà siano sottoposti a tali pressioni da perdere completamente la fiducia in se stessi.

I responsabili politici e delle federazioni sportive hanno per troppo tempo chiuso gli occhi, aggiunge Amherd, per la quale le recenti dimissioni ai vertici della Federazione svizzera di ginnastica sono il segnale di una nuova partenza. Ciò non sarebbe possibile se le persone responsabili degli abusi fossero ancora in carica, sottolinea la ministra.

A suo avviso le medaglie non devono essere il solo criterio di performance, l'etica deve essere presa in maggiore considerazione. In futuro, le direttive etiche dovranno giocare un ruolo nella distribuzione di fondi. Altrimenti la cultura e i comportamenti scorretti rischiano di perdurare.

Tra Swiss Olympic e le varie federazioni sportive esiste una carta etica, ricorda la consigliera federale vallesana, aggiungendo che ciò però non basta. I responsabili politici devono accompagnare più da vicino le associazioni sportive e verificare se la carta venga applicata quotidianamente.

La ministra dello sport rileva inoltre che se ciò non si verificasse, allora lo Stato interverrà e imporrà delle sanzioni, sebbene manchino attualmente gli strumenti per farlo. Per il momento, Amherd non vuole ritirare i finanziamenti alla Federazione di ginnastica per non punire migliaia di giovani atleti.

Ma se i fatti denunciati si riproducessero, allora vi saranno anche conseguenze finanziarie. Sembra che i soldi siano la sola lingua compresa da taluni responsabili, aggiunge la ministra.

Due settimane fa, otto ginnaste di alto livello avevano denunciato i metodi di allenamento e i maltrattamenti subiti al Centro sportivo di Macolin in un reportage pubblicato nell'inserto "Magazin" del Tages-Anzeiger. Parlavano di una cultura della paura che prevale a Macolin e di abusi psicologici. Da allora, diverse dimissioni sono state registrate in seno alla Federazione svizzera di ginnastica.

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